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Edilizia agevolata anche nelle frazioni,
la nuova politica abitativa
per il Mancinelli bis

ANCONA - La soluzione per rispondere alle esigenze della "fascia grigia" della popolazione «chi ha redditi ridotti ed incerti rispetto al passato e non può permettersi affitti da mercato privato o di chiedere un mutuo», spiega il sindaco in corsa per il secondo mandato. Una proposta anche contro lo spopolamento dei paesi

Il sindaco Valeria Mancinelli in corsa per il secondo mandato

 

Circa 7 milioni del bilancio comunale da destinare all’edilizia agevolata da progettare e localizzare, includendo anche le frazioni, anche come misura contro lo spopolamento dei paesi. È la proposta presentata dal sindaco Valeria Mancinelli se sarà confermata alla guida del Comune di Ancona il prossimo 10 giugno. «L’impegno per i prossimi 5 anni, se saremo ancora ai vertici dell’amministrazione, sarà focalizzato soprattutto all’aiuto a quella che definisco “la fascia grigia” della popolazione, ovvero − spiega Mancinelli − quelle famiglie, in particolare le giovani coppie, che oggi pur non essendo in una difficoltà economica estrema si trovano con redditi ridotti rispetto a quelli di un tempo e più incerti, vista la grande precarietà lavorativa che caratterizza questo periodo storico. Famiglie che magari un tempo si sarebbero potute permettere un affitto o di chiedere un mutuo ed oggi non possono farlo». Il che si traduce nel sostegno all’edilizia agevolata, quell’edilizia realizzata con fondi pubblici, ma che non rientra nei parametri delle così dette case popolari (edilizia sovvenzionata). L’Erap è già instradato su questa via: sono già in fase di realizzazione 42 appartamenti che rientrano in questa categoria – 12 in via Mingazzini che saranno consegnati ad ottobre 2018 e gli altri in realizzazione in piazza Aldo Moro, che saranno consegnati a primavera 2019 -, ma Mancinelli punta ad aumentare questa quota. «Nell’accordo siglato con Erap sono previste risorse per 8,5 milioni da investire in edilizia sociale, i 3/4, circa 7 milioni, vorremmo destinarli all’edilizia agevolata da localizzare in parte nelle frazioni, questo anche contro lo spopolamento di quegli insediamenti». L’assegnazione avverrà, anche in questo caso, tramite bando. Già previsti alcuni criteri. «Un reddito Isee dai 5.600 euro ai 39mila − spiega Mancinelli −, e poi nel caso delle frazioni priorità alle giovani coppie di cui almeno uno dei due sia originario della frazione in questione». Ma che significa in termini di costi per le famiglie? Un affitto compreso tra i 250 ed i 280 euro al mese per un appartamento di circa 80 metri quadrati, con la possibilità di acquistare la casa. «L’acquisto può avvenire subito − afferma Mancinelli − oppure si può iniziare con la locazione e dopo dieci anni, se le condizioni economiche e lavorative magari sono migliorate, chiedere il riscatto della casa, mettendo in conto i dieci anni di affitto pagati, o continuare a rimanere in locazione».

Edilizia agevolata come aiuto alle fasce della popolazione non in estrema difficoltà, ma comunque fragili con un occhio però anche alla graduatoria delle case popolari. «Considerando che per avere accesso alle case popolari bisogna avere un reddito Isee non superiore agli 11mila euro − continua Mancinelli − è chiaro che c’è una fascia di sovrapposizione con il range dell’agevolata (5.600-39mila), dunque chi magari è in lista di attesa per l’edilizia sovvenzionata può intanto fare richiesta per quella agevolata».

Tra le misure a favore della “fascia grigia”, Mancinelli ricorda i contratti di affitto a canone concordato, che riguardano il mercato immobiliare privato, già scelti in città da 2642 persone. Modalità che consente all’inquilino l’abbattimento di circa il 25% del prezzo rispetto al canone medio di mercato ed al proprietario l’applicazione dell’Imu all’aliquota del 6,90% (invece che del 10,6%) e l’applicazione della cedolare secca del 10% sui redditi Irpef.

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