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Legge 194, manifesti choc ProVita
Cgil: «Integralisti contro la dignità delle donne»

ANCONA – Polemica per le vele esposte dal movimento contro la legge sull'interruzione di gravidanza nel quarantennale dell'entrata in vigore. Il candidato sindaco Stefano Tombolini si schiera a favore di Pro Vita, il segretario regionale Cgil Daniela Barbaresi ribatte e ricorda gli ospedali, come a Jesi, dove tutti i ginecologi sono obiettori di coscienza, di fatto boicottando la 194

L’iniziativa di sabato scorso del candidato sindaco Stefano Tombolini con Gabriele Cinti del Popolo della Famiglia e il medico Roberto Festa

 

 

“A undici settimane eri così, credi che sia buona la legge che consentiva di eliminarti?”. Anche ad Ancona sono comparse le vele provocatorie del movimento Pro Vita contro la legge 194, nel quarantennale dell’entrata in vigore del testo sulla interruzione di gravidanza volontaria. Dura la critica del sindacato Cgil, mentre il candidato sindaco Stefano Tombolini dichiara il suo sostegno alla campagna ProVita e schiera nella lista elettorale di 60100 il coordinatore provinciale del Popolo della Famiglia Gabriele Cinti. “La legge 194 del 1978, nonostante i suoi 40 anni, continua ad essere oggetto di attacchi ideologici perpetrati anche attraverso l’utilizzo di immagini violente e lesive della dignità delle donne. Questo è quanto sta accadendo in questi giorni e in queste ore ad opera di alcune associazioni integraliste anche nel territorio di Ancona” si legge in una nota del segretario Cgil Marche Daniela Barbaresi. “Non si vuole riconoscere la validità di una legge dello Stato frutto delle lotte delle donne per essere riconosciute persone autonome e responsabili, capaci di autodeterminarsi rispetto al proprio corpo e alla scelta di diventare madri. Fa paura la denatalità ma non si considerano mai le ragioni per cui si è costretti a non fare figli : l’assenza di una politica per la famiglia, la precarizzazione del lavoro e la mancanza di un welfare efficace portano spesso le donne a fare scelte dolorose – continua la nota -. Per questo, la Cgil insieme a migliaia di donne, nei giorni scorsi, ha sottoscritto un appello rivolto alle parlamentari per la difesa della Legge 194 e la sua piena applicazione”. Il sindacato denuncia anche la mancata attuazione della legge. “Sono tutti obiettori i 12 ginecologi dell’Ospedale di Fermo, così come sono tutti obiettori anche gli 11 ginecologi dell’Ospedale di Jesi. All’Ospedale di Ascoli Piceno sono obiettori 11 medici su 12, e l’elevato numero di interruzioni volontarie di gravidanza effettuato in tale presidio ospedaliero viene garantito grazie a una convenzione con l’AIED. Analogo peso degli obiettori anche all’Ospedale di Fano, con 10 obiettori su 12 cosi come all’Ospedale di Civitanova Marche, con 8 obiettori su 10 ginecologi. Ad allarmare c’è anche la continua crescita del numero degli obiettori: nel 2016 ci sono 29 ginecologi obiettori in più rispetto ai 81 obiettori di soli 8 anni fa – continua Barbaresi -. Nel 2015 sono state 1.638 le donne marchigiane che hanno fatto ricorso all’IVG, di cui 167, pari al 10,2% si è recata in strutture fuori regione: dunque, più di una donna su 10 è dovuta andare ad abortire in un’altra regione (soprattutto in Emilia Romagna, Abruzzo, Lazio e Toscana), la percentuale più alta tra le regioni del Centro e tra le più alte d’Italia”. La campagna ProVita è stata invece adottata dal candidato sindaco della civica 60100 e del centrodestra Stefano Tombolini, definendola “campagna di sensibilizzazione al diritto alla vita, per riaffermare, in occasione del quarantennale della Legge 194, che l’interruzione di gravidanza è la soppressione di una vita umana”. Con Tombolini anche Roberto Festa, medico volontario del Centro di aiuto alla vita di Loreto, vicepresidente del Forum regionale delle associazioni familiari e Gabriele Cinti, referente per la provincia di Ancona del Popolo della famiglia, nonché candidato della lista Sessantacento. “Ad Ancona- ha ricordato Cinti – lo scorso anno sono morte 1139 persone mentre sono nati 702 bambini, con un saldo negativo di – 437. Questo dato, che è purtroppo costante, conferma il continuo invecchiamento della popolazione, fenomeno che non tocca solo Ancona dove gli over 65 rappresentano oramai un quarto della popolazione residente. Abbiamo aderito volentieri come Popolo della Famiglia della Regione Marche a questa lodevole iniziativa dell’Associazione Pro Vita, anche in considerazione che tra i valori non negoziabili del nostro partito vi è la centralità della vita, della persona e della famiglia secondo quanto stabilito dalla nostra Costituzione”. La lista civica Altra Idea di Città chiede invece la rimozione dei manifesti, appellandosi al regolamento comunale approvato sulle affissioni pubbliche. “Cattivo gusto, ipocrisia e violenza psicologica: ecco ciò che gronda dal maxi poster che da stamattina gira per le strade di Ancona e comuni limitrofi. Questo manifesto genera disinformazione, criminalizza la libera scelta delle donne ed è quindi lesivo del rispetto delle libertà individuali; andrebbe quindi impedita la sua diffusione , come da regolamento comunale approvato con deliberazione n.72 del 28 luglio 2016 – commenta AiC -. Sosteniamo con forza la Legge 194, di cui ricorrono i 40 anni. La Legge dello Stato è stata disattesa visto l’alto numero di medici obiettori ( il 70% nelle Marche) e visto il progressivo ‘’svuotamento’’ dei consultori, ragioni per cui è impedita la piena applicazione della legge. Questo è il vero scandalo. L’aborto è sempre un episodio dolorosissimo e nessuno può permettersi di dare giudizi sul corpo delle donne.
La 194 ha ridotto al lumicino, dalla sua entrata in vigore, gli aborti clandestini e ha messo al centro la salute della donna e la sua autodeterminazione. Non si torna indietro, nonostante l’oscurantismo dilagante di quest’epoca storica”.

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