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Omicidio di Chiaravalle, comunità sotto choc
«Terribile, ora abbiamo paura»

CHIARAVALLE - Il brutale omicidio di Emma Grilli, pensionata 85enne sgozzata nella sua abitazione in via Verdi 19, è il secondo fatto di sangue in tre anni per la città

I Ris di Roma davanti alla palazzina di via Verdi.

di Talita Frezzi

C’è una calma irreale attorno alla palazzina di via Verdi dove martedì mattina si è consumato l’orrendo delitto di Emma Grilli, pensionata 85enne trovata dal marito appoggiata sul lavello della cucina con la gola tagliata.
In casa solo qualche mobile aperto, ma nessun segno di effrazione, almeno quanto trapela da fonti investigative. Anche mercoledì sono tornati i Ris di Roma nell’appartamento al terzo piano della palazzina per continuare gli accertamenti e la repertazione di tracce utili alle indagini. Forse Emma ha aperto la porta al suo assassino.
Forse lo conosceva. Le indagini proseguono a tutto campo, si cerca l’arma del delitto forse un coltello da cucina. «Era una donna così buona – dice Franco Veroli, un condomino che non trattiene le lacrime quando parla di lei – stava sempre qui con noi, per chiacchierare e passare un po’ di tempo insieme. Una famiglia così brava, non ci posso pensare. Forse la povera Emma ha aperto a quello che poi l’ha ammazzata, perché credo che sia stato un ladro. Siamo tutti distrutti. Lo dico da un po’, servirebbero delle telecamere anche qui a Chiaravalle, speriamo che ci autorizzino a istallarle, a quest’ora sarebbero servite».

Franco Veroli, uno dei condomini.

L’ipotesi ventilata dai vicini è proprio che qualcuno si sia introdotto in casa approfittando della buona fede della vittima e l’abbia fatto proprio mentre il marito Alfio Vichi, 90enne, era uscito per il solito giretto della spesa. Alcuni familiari avrebbero dichiarato di aver sentito Emma alle 8,30 e che lei avesse detto di dover uscire poco dopo per delle commissioni veloci, fare spesa e andare a ritirare delle analisi all’ospedale. Ma forse Emma da casa non è mai uscita, perché il suo assassino l’ha ghermita prima. Qualcuno che forse sapeva di quel gruzzoletto di 570 euro che Emma, insieme ad altri parenti, aveva messo insieme per i lavori in muratura della cappellina di famiglia al cimitero.  Magari l’ha detto a qualcuno, ventila l’ipotesi Veroli, attonito e addolorato. Forse davvero la povera Emma ha detto di quel denaro contante in casa che ha fatto gola al suo assassino.
Dagli investigatori bocche cucite sulla presenza o meno della somma all’interno dell’abitazione. Intanto i Carabinieri del comando Provinciale e della Compagnia di Jesi proseguono le indagini del più stretto riserbo.
I militari  hanno setacciato la zona, i giardini, l’orto condominiale, l’area del ripetitore alle spalle del condominio, i contenitori dell’immondizia davanti alla casa alla ricerca dell’arma che però non è stata ancora trovata. O l’assassino se l’è portata via per gettarla in un secondo momento, magari lontano dal luogo del delitto o è ancora dentro il condominio.

Giuseppe D’Agostino.

«Qui ne parlano tutti, ma personalmente la conoscevo solo di vista – dice Giuseppe D’Agostino è una storia terribile e pensare che una povera donna anziana è stata uccisa in pieno giorno, forse per rubarle in casa, è inquietante. Non ci sentiamo al sicuro, questa è sempre stata una zona sicura…almeno finora».
Il sindaco Damiano Costantini, ovviamente a conoscenza dei fatti, preferisce non parlare e lasciare gli inquirenti al lavoro. Nessun commento dunque su questo giallo che colpisce al cuore la città «fin quando non si avrà un quadro più chiaro dell’intera vicenda».
Un’altra pagina di sangue dopo il terribile delitto di Giancarlo Sartini ucciso a colpi di spranga nella sua abitazione in via Circonvallazione nella notte tra il 26 e il 27 dicembre 2015.

Omicidio di Chiaravalle, nessun segno di scasso: Emma ha aperto la porta al killer

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