Saranno i servizi sociali del Comune dorico a pensare all’iter burocratico che porterà alle esequie di Renata Rapposelli, la pittrice scomparsa da Ancona il 9 ottobre e poi ritrovata morta il mese successivo a Tolentino. Ancora, la salma della donna si trova bloccata all’obitorio dell’ospedale di Macerata per eseguire gli ultimi accertamenti medico-legali. È questione di poco tempo perchè la magistratura dia il via libera per organizzare i funerali della donna. Prima della scomparsa, si era rivolta in più occasioni ai servizi sociali date le sue precarie condizioni economiche. L’appartamento di via della Pescheria dove abitava, passato al setaccio del Ris durante l’indagine, è di proprietà comunale. Per la morte di Reny ci sono due indagati: Simone e Giuseppe Santoleri, rispettivamente figlio ed ex marito della donna. Per entrambi, l’accusa è omicidio volontario e distruzione di cadavere. I due sono stati arrestati dai carabinieri lo scorso 6 marzo su ordine del gip Carlo Cimini dopo cinque mesi di indagini portate avanti dal pm Andrea Laurino. Con la misura cautelare, l’inchiesta è passata per competenza territoriale alla procura di Teramo. L’ipotesi degli inquirenti è che Reny sia stata uccisa il 9 ottobre, giorno in cui era partita da Ancona con il treno per raggiungere i familiari a Giulianova. Proprio nell’appartamento dei Santoleri sarebbe scaturito l’omicidio, nato per motivazioni economiche. La pittrice rivendicava infatti il pagamento di 3 mila euro di arretrati di mantenimento dall’ex marito. Dopo l’omicidio, sarebbe stata tenuta in casa per due giorni. Il 12 ottobre, il viaggio dei Santoleri verso Tolentino e il corpo gettato verso il Chienti. Il cadavere era stato ritrovato per caso il 10 novembre da un operaio di origini straniere.
La fine di Renata: uccisa, avvolta nei sacchi della spazzatura e nascosta per due giorni in auto
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