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Ex Verrocchio, i progettisti dell’ostello
vogliono chiedere i danni al Comune

ANCONA - Gli architetti ed ingegneri anconetani e svedesi che insieme a Ralph Erskine avevano firmato l'originaria riqualificazione dell'edificio, e che prevedeva la costruzione di una struttura ricettiva, decisi a chiedere risarcimenti per il loro lavoro mai pagato. L'intenzione è anche quello di rivolgersi al Tar per annullare la gara che ha assegnato i lavori per il nuovo progetto di parcheggio multipiano allo studio Sardellini-Marasca ed alla Corte dei Conti

Lo stato attuale dell’ex Verrocchio lungo via Flaminia

 

Ex Verrocchio, la storica incompiuta della Palombella non trova pace. Mentre il Comuneha approvato il progetto definitivo da 4 milioni di euro per la conclusione dell’autostazione, promettendo la svolta per l’impasse ultraventennale e il via ai lavori nei primi mesi del 2019, si prepara l’ennesima battaglia legale sulle ceneri dell’ex fornace che rischia di rinviare ancora una volta la sua trasformazione da scheletro abbandonato a parcheggio multipiano e capolinea dei bus. Sul piede di guerra i professionisti incaricati nel 2010 di ideare il progetto di riqualificazione della struttura, che comprendeva anche la struttura destinata all’accoglienza giovanile e firmatari nel 2013 della convenzione per la realizzazione dell’opera, pronti a chiedere risarcimento per il progetto realizzato e approvato dal Consiglio comunale, ma anche a fare ricorso al Tar per invalidare la gara che ha assegnato i lavori per l’autostazione allo studio Sardellini-Marasca ed alla Corte dei Conti per presunto danno erariale. A rivolgersi agli avvocati, l’architetto Giulio Petti di Ancona e gli architetti svedesi Bo Svensson e Josè Loyola, insieme agli ingegneri Moresotti e Vitali, che avevano lavorato al progetto di riqualificazione insieme ad un altro svedese Ralph Erskine, approvato dal Comune e che però, convenzione firmata alla mano e mai revocata, non hanno mai visto il pagamento di quanto dovuto, circa 60mila, divisi in tre blocchi da 20mila. Ma non basta, sotto la lente dei legali del gruppo anche la validità della nuova gara d’appalto che ha stravolto il progetto originario, cancellando l’ostello e destinando l’area solo ad autostazione, con un costo di 130mila euro.

«Le cose su cui far luce sono molte e vogliamo andare fino in fondo − spiega l’architetto Petti −. Al di là della questione risarcitoria ci sono una serie di omissioni amministrative che a nostro avviso inficiano l’intera gara. La delibera del 2013 con cui si approvava la variante con la possibilità di realizzare un ostello al secondo e terzo piano della struttura, invece che gli uffici inizialmente previsti, non è stata mai modificata dal Consiglio. Tutte le decisioni sono state prese dalla Giunta, in barba anche ai documenti già precedentemente sottoscritti dall’amministrazione, come il progetto che abbiamo realizzato e la convenzione che abbiamo stipulato. Non c’è stata alcuna revoca ufficiale dell’incarico che ci era stato affidato, ma solo la nuova gara, che tra le altre cose ha cancellato la realizzazione della struttura ricettiva». Ed il professionista continua: «Se sulla vicenda gara interesseremo il Tar, ci sono anche questioni da Corte dei Conti: in primis come mai il nuovo progetto di parcheggio multipiano costa 130mila euro, mentre il nostro non poteva superare i 60mila? Nella convezione c’era specificato che ogni variazione richiesta dal Comune non avrebbe potuto significare un aggravio di costi. Ora invece i costi addirittura raddoppiano. E ancora − continua Petti − il collaudo all’ex Verrocchio è stata pensata per una struttura di quattro piani, con fondamenta dunque molto più costose di quelle che servono ora. Sorgono dubbi di danno erariale. Tutte cose  sulle quali vogliamo andare fino in fondo. Senza contare che il progetto di pregio iniziale − conclude Petti −, firmato da Erskine, avrebbe aggiunto valore culturale alla città, nonché valore turistico, considerando anche la previsione dell’ostello, al quale si pensava già viste le precarie condizioni nelle quali già versava la struttura di via Lamatcci».

Il progetto della nuova autostazione

Il progetto originario ed il nuovo progetto. Nel progetto originario del gruppo di architetti ed ingegneri anconetano-svedesi era prevista la realizzazione dell’autostazione al piano terra, poi al primo livello un bar o punto di ristoro a servizio sia del capolinea dei bus sia dell’ostello che si sarebbe dovuto sviluppare al terzo e quarto piano. Questo fino al 2013. Poi tutto cambia ed arriva l’aggiudicazione definitiva da parte del Comune del progetto allo studio Sardellini-Marasca dal quale scompare, su decisione dell’amministrazione l’ostello, per il mutare delle condizioni economiche. Così l’ex fornace Verrocchio sarà destinata ad un parcheggio multipiano scambiatore per i 260 posti auto. Sarà realizzato un ampio piazzale interno per la fermata, sosta e movimentazione dei mezzi del trasporto pubblico extraurbano provvisto di fermate attrezzate con banchine per la discesa/salita dei passeggeri e uno spazio destinato alla sosta tecnica per un minimo di quattro mezzi contestuali, nella zona del piazzale interdetta al pubblico. Ancora, un piazzale esterno per la fermata dei bus urbani (scambio), posto quanto più possibile di fronte alla palazzina passeggeri. Previsti anche dei percorsi in sicurezza per i pedoni, evitando interferenze con automobili e autobus. Completa il progetto una palazzina passeggeri, con spazi per sala di attesa, biglietteria, movimentazione passeggeri e servizi igienici, accessibile sia dal piazzale che dalla via pubblica.

(A. C.)

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