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Fondi periferie,
Altra idea di città e comunisti:
«Ripristinare subito le risorse»

ANCONA - I due partiti vanno all'attacco di Governo e Pd e chiedono lo sblocco alla Camera dei finanziamenti per la riqualificazione urbana congelati per due anni dal decreto Milleproroghe approvato al Senato

Il consigliere comunale di Altra Idea di Città, Francesco Rubini

 

Fondi periferie, Altra Idea di Città va all’attacco di Pd e maggioranza di Governo e chiede di ripristinare da subito le risorse destinate alla riqualificazione urbana. «Sia il Partito democratico sia Lega e 5 Stelle si stanno arrampicando sugli specchi sul così detto “decreto Milleproroghe” e sull’emendamento approvato lunedì 6 agosto e che blocca per due anni 3,8 miliardi di euro destinati al “Piano periferie” − sostiene il movimento civico di Ancona −. L’emendamento che per la città di Ancona azzera 12 milioni di euro destinati a progetti di riqualificazione dei quartieri Archi, ex Iacp di Via Marchetti e Palombella, progetti già approvati con la firma delle convenzioni e il parere favorevole della Corte dei Conti, è stato votata all’unanimità, dalla maggioranza e dalle opposizioni. I parlamentari del Pd hanno giustificato il voto favorevole dicendo che il testo dell’emendamento era poco chiaro. Al contrario l’emendamento è chiarissimo dove afferma che “l’efficacia delle convenzioni concluse sulla base di quanto disposto ai sensi del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 29 maggio 2017 adottate ai sensi dell’art. 1, comma 141 della legge n. 232 del 2016, è differita al 2020”. Lega e 5 Stelle giustificano il taglio dei fondi per le periferie − continuano dal movimento − per ottemperare ad una sentenza della Corte costituzionale che dichiara l’illegittimità del comma 141 dell’art. della legge di Bilancio dello Stato 2017. Quella sentenza non c’entra nulla col bando periferie perché riguarda il ruolo delle Regioni per quelle parti dell’articolo 1 comma 141 della legge che toccano le competenze regionali. Non c’è alcuna competenza regionale nei progetti di riqualificazione dei quartieri.
Questo governo, al pari di quelli precedenti, non ha alcuna intenzione di risarcire i Comuni dei tagli spaventosi che hanno subito per molti anni. Quindi ha deciso di dirottare i fondi dei progetti di riqualificazione delle periferie destinati alle 97 città che avevano vinto il Bando a tutti gli 8mila Comuni italiani, ovvero con il classico metodo del “dividi et impera”».
Dalla sferzate al Governo ed al Partito democratico alle richieste al Parlamento. «Chiediamo che vengano ripristinati i fondi destinati ai progetti periferie fin da subito − riprendono gli esponenti di Aic − cioè quando il decreto verrà discusso alla Camera dei deputati, eliminando dalla Legge “Milleproroghe” l’emendamento votato dal Senato e di prevedere che nella prossima legge di Bilancio vengano restituite ai Comuni le risorse tagliate negli ultimi anni, per garantire i servizi ai cittadini e gli investimenti per la riqualificazione urbana. Da ultimo, chiediamo di porre fine alle politiche di austerità a partire dalla rimessa in discussione del pareggio di bilancio in Costituzione».

A fare eco ad Altra idea di città, i comunisti che chiedono «a tutti i parlamentari di votare alla Camera contro l’emendamento al decreto Milleproroghe, già approvato in Senato, che rinvia e taglia drasticamente i fondi per il recupero delle periferie abbandonate, tra cui sono compresi alcuni quartieri disastrati di Ancona. Chiediamo anche che il Consiglio comunale si pronunci in maniera chiara e forte, e lo chiediamo anche ai consiglieri M5S e Lega i cui partiti governano il Paese.
Tutti sanno quanto quei soldi servono ai cittadini per la riqualificazione delle periferie che sono state negli anni abbandonate a causa di una disgraziata politica di rigore finanziario, di privatizzazioni e di tagli ai Comuni, politiche di cui sono responsabili i governi da Berlusconi a Renzi. Ci sono progetti e convenzioni firmate dalla Presidenza del Consiglio in virtù delle quali le amministrazioni hanno già avviato attività di progettazione.
Cancellare tutto ciò significherebbe produrre un ulteriore pericoloso vulnus alla certezza degli atti e alla credibilità delle istituzioni, e certamente non c’è bisogno di una guerra fra i poveri Comuni. Ad Ancona la riqualificazione, dagli Archi alla Palombella, è una necessità urgente e deve essere comunque portata avanti. Come pure si deve intervenire in tante altre aree e immobili ormai da troppo tempo in abbandono, anche per gravi responsabilità delle amministrazioni che si sono succedute».

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