Senza soluzioni adeguate si rischia la paralisi. Il problema della carenza di medici specialisti nelle aziende sanitarie riguarda anche le Marche. La ricognizione avviata dal Ministero della salute Grillo per misurare il fenomeno rappresenta un passo importante per arrivare finalmente con le Regioni alla individuazione dei corretti fabbisogni necessari per garantire nei prossimi anni l’erogazione dei LEA, Livelli Essenziali di Assistenza. La posizione di Anaao Assomed Marche è molto chiara. “Nelle Marche – dice il segretario Oriano Mercante – le priorità sono la stabilizzazione del personale precario e le nuove assunzioni. In termini di personale assunto è stato avviato nelle Marche un percorso positivo che occorre continuare. I 3.800 assunti dal 2015 hanno messo un freno al problema ma non hanno colmato il gap. A questo si aggiunga la necessità di concludere l’iter di stabilizzazione dei precari, almeno 600 operatori”. La carenza di medici riguarda diverse specializzazioni. “I concorsi per Pediatria, Anestesiologia, Medicina e Chirurgia d’urgenza hanno pochissimi partecipanti e questo crea grandi difficoltà” – insiste Mercante. “Andrebbero rivisti i criteri per la formazione post laurea e adottate soluzioni che sanino una situazione destinata ad aggravarsi”. “All’emergenza si risponde con provvedimenti eccezionali”. I dati dicono che nel quinquennio 2019/2023 usciranno dal sistema tra 30 e 40 mila medici dipendenti del SSN, sia per raggiunti limiti di quiescenza, sia per fuga nel privato verso attività più remunerative e meno disagiate. “Abbiamo proposto alla giunta regionale – conclude Mercante – di applicare anche nelle Marche il modello sperimentato con successo in Toscana che sta ottenendo buoni risultati attraverso un meccanismo incentivante per i dipendenti pubblici che consenta agli stessi di lavorare oltre l’orario destinando le stesse risorse che sono oggi assegnate ai privati. Solo così si giungerà all’abbattimento delle liste d’attesa e si offrirà un servizio ai cittadini sempre più all’altezza delle aspettative. Aspettiamo risposte”.
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