Whirlpool ha adottato due porti in Italia, entrambi nelle Marche, il Circolo Nautico Sambenedettese di San Benedetto e il porto Marina dei Cesari di Fano. Sarà lì che verranno installati i Seabin, innovativi dispositivi che galleggiano in acqua e che, posizionati nei punti di accumulo, sono in grado di lavorare per 24 ore al giorno senza sosta catturando oltre 500 chili di rifiuti l’anno, dalle bottiglie di plastica fino alle microplastiche e le microfibre non visibili a occhio nudo.
Dunque, secondo il colosso statunitense, e non solo, fermare l’inquinamento dei mari si può. E si deve. È con questa convinzione che proprio domani, 14 settembre, Whirlpool EMEA (Europa, Medio Oriente e Africa), presso il porto di Fano e alla presenza dell’onorevole Patrizia Terzoni (vicepresidente della commissione ambiente alla Camera dei Deputati), e di Angelo Sciapichetti, assessore all’ambiente della Regione Marche, ha presentato la sua adesione a #PlasticLess, ambizioso progetto di riduzione dell’inquinamento delle acque marine dai rifiuti in plastica promosso da LifeGate, la principale piattaforma in Italia attiva sui temi della sostenibilità.
#PlasticLess ha l’obiettivo di raccogliere i rifiuti plastici dai mari italiani, attraverso dispositivi innovativi installati nelle acque dei porti e circoli nautici e a promuovere un modello di economia e di consumo circolare con lo scopo di ridurre, riutilizzare e riciclare i rifiuti, soprattutto i più dannosi per l’ambiente come le plastiche.
«Il Mediterraneo ha un assoluto bisogno di essere liberato dalle plastiche e dalle microplastiche che lo inquinano e lo soffocano» ha detto la Terzoni riferendosi anche al fatto che i motivi alla base di questo inquinamento derivano da una cattiva raccolta e gestione dei rifiuti alle attività produttive, dal turismo balneare, dalle attività portuali e dai comportamenti noncuranti di ancora troppe persone, che riversano in mare tonnellate di plastica ogni giorno. Tra queste le più insidiose sono le microplastiche, frammenti del diametro inferiore ai 5 millimetri: sempre più diffuse, si attaccano alle alghe e, scambiate per cibo, vengono ingerite dai pesci che quotidianamente vengono consumati sulle tavole degli italiani. Secondo le analisi di LifeGate, su 102 campioni di sale marino, cozze, gamberi, scampi e mazzancolle surgelati, ben 70 rivelano la presenza di microplastiche. Nelle specie come pesce spada, tonno rosso e tonno alalunga si troverebbero microplastiche nel 18% dei casi, come afferma uno studio Ispra 2 svolto su 121 campioni di specie ad alto valore commerciale.
«La plastica in mare è un problema che si sta rivelando sempre più insidioso: per questo recentemente la Regione si è dotata di una legge diretta al suo contrasto. -spiega Sciapichetti– Incentiviamo la raccolta dei rifiuti nei porti e preveniamo la dispersione in mare, puntando su nuove tecnologie e tecniche di pesca più sostenibili. Con meccanismi premiali abbiamo coinvolto i pescatori per il conferimento a terra dei rifiuti pescati accidentalmente. Siamo quindi molto lieti del sostegno di Whirlpool EMEA al progetto #PlasticLess, perché contribuisce al perseguimento di una nostra priorità».
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