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Giudice di Pace a rischio,
il Pd attacca: “Scelta miope”

FABRIANO - Dopo la bocciatura nell'aula consiliare dell'ordine del giorno presentato dalla minoranze per evitare lo smantellamento del servizio, Francesco Ducoli, segretario democrat di Fabriano, attacca la maggioranza pentastellata elencando i benefici di mantenere l'ufficio nella città della carta

Fabriano rischia di perdere l’Ufficio del giudice di Pace, l’ordine del giorni portato in Consiglio comunale dalle minoranze per evitare lo smantellamento del servizio è stato bocciato e ora il Pd va all’attacco della maggioranza pentastellata rilevando che “un sindaco che non riconosce il valore che ha un presidio di legalità come il Giudice di Pace sul nostro territorio non dovrebbe fare il sindaco”. A parlare è Francesco Ducoli, segretario democrat di Fabriano. “In primo luogo – puntualizza in una nota stampa – esso rappresenta un servizio per i cittadini: oltre alle funzioni in materia civile e penale, infatti, il Giudice di Pace è competente su numerose altre funzioni quali richiedere la certificazione di conformità di atti, fare una dichiarazione sostitutiva di atti di notorietà, autenticare la firma per la richiesta di referendum. Forse il sindaco si dimentica di quanto siano importanti questi atti a servizio della comunità, come anche le asseverazioni di perizie che, in ragione del sisma, sono state fatte sul nostro territorio”.

Ducoli è scettico anche sul fronte finanziario. “Sulle spese in primo luogo il Comune otterrebbe un risparmio marginale, in quanto i dipendenti del Comune al servizio del Giudice di Pace rimarrebbero a carico dello stesso così come per la quota relativa a quelli dipendenti dell’Unione Montana. Rimangono le spese di cancelleria, utenze e postali. In secondo luogo mi domando quale sia la logica che ha visto il nostro Comune spendere oltre 200 mila euro per organizzare il natale passato ed ora mettere in discussione il mantenimento di un servizio tanto importante. In terzo luogo mi chiedo se l’attuale Giunta abbia provveduto alla richiesta dei fondi stanziati per il 2017 dalla Regione per il mantenimento del Giudice di Pace, in quanto la stessa aveva messo a disposizione oltre 30 mila euro per il servizio a Fabriano. Se ciò non fosse avvenuto sarebbe gravissimo, perché prima ci si dimentica di prendere i contributi e poi si dice che non ci sono i soldi per tenere aperto il servizio”.

La bocciatura nell’aula consiliare “da parte della maggioranza, dell’ordine del giorno delle minoranze che chiedeva il mantenimento del servizio rappresenta un grave errore, quando, al contrario, si poteva benissimo procedere spediti per trovare insieme una soluzione che salvaguardasse questo presidio del nostro territorio. – conclude il segretario Pd di Fabriano – Perdere il Giudice di Pace vorrebbe dire perdere una risorsa. Vogliamo una città che lotta per mantenere e sviluppare nuovi servizi o abbandonarci alla decrescita che sta diventando infelice? Spero, veramente, che ci si renda conto delle scelte che si stanno facendo e si abbia l’intelligenza e l’umiltà di fare un passo indietro. Le giustificazioni, a questo punto, non valgono più nulla”.

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