“Non possiamo permettere che questa tragedia si riduca a un faldone di documenti, non sarebbe rispettoso nei confronti di quei ragazzi che stanno soffrendo. Lo sforzo è quello di mettere tutto sul tavolo: è un atto di responsabilità politica e morale. La verità prima di tutto, anche quella più scomoda. Come amministrazione comunale stiamo elaborando una mappatura di quelli che sono stati tutti i nostri atti amministrativi sulla vicenda. Una sorta di cronistoria rispetto a quella infrastruttura, da mettere a disposizione dell’Arma dei Carabinieri e della Procura, oltre a quello che abbiamo già messo consegnato”. Il sindaco Matteo Principi ha parlato senza filtri, ieri sera, 20 dicembre, in apertura del consiglio comunale, richiesto dalle minoranze e dedicato alla tragedia della Lanterna Azzurra. Nel corso della lunga seduta consiliare aperta e interpuntata da molti interventi dal pubblico, è emerso che già nella giornata dello scorso 10 dicembre, a due giorni dalla tragedia in discoteca, tutti gli atti dell’iter amministrativo autorizzativo rilasciati ai gestori della discoteca erano stati acquisiti dagli inquirenti. Per questo motivo è stata vana la richiesta delle minoranze di poterli visionare con una richiesta di accesso agli atti.
Il sindaco ha chiarito che “essendoci indagini in corso, rispetto ai documenti acquisiti, la Procura ci ha comunicato che non possiamo metterli in mano a nessuno e abbiamo l’obbligo di attenerci a questo ordine. Cercheremo di elaborare anche noi internamente il percorso amministrativo fatto nel corso degli anni. Nella nostra analisi emerge che quello che è stato fatto è il percorso giusto, ma non ci vogliamo trincerare dietro questa nostra consapevolezza. – ha rimarcato Matteo Principi – Vogliamo metterci al servizio comunque anche del percorso giuridico. La costituzione di parte civile va in questa direzione, vogliamo essere lì anche noi come soggetti colpiti e feriti dal dramma a sostegno dell’attività della Procura e a fianco delle persone che soffrono. Questi sono alcuni degli elementi che ci vedranno impegnati nei prossimi mesi. La nostra volontà è anche quella di aprire tavoli di lavoro, commissioni che ci permettano di continuare il dialogo di stasera, anche con le famiglie e i genitori dei ragazzi coinvolti. Trasparenza significa mettere a disposizione tutte le nostre informazioni e documenti nel rispetto di questa indagine con la massima collaborazione”.
Il Comune di Corinaldo insomma non vuole delegare questa fase sensibile a nessuno. “Vorremmo essere parte diligente per coordinare e sostenere un’attività da portare avanti insieme per ricostruire ciò che è avvenuto tra il 7 e l’8 dicembre scorsi, – ha spiegato il primo cittadino – iniziando un processo che da un lato possa fare emergere la verità e dall’altro ci possa far ricostruire gli elementi danneggiati, parlo di aspetti culturali, sociali. L’approfondimento e questo primo confronto di stasera (ieri per chi legge ndr) pertanto non interferirà con l’attività degli inquirenti, Per quelle domande alla quali non potremo rispondere noi, c’è comunque l’impegno a raccoglierle e poi a portarle nei tavoli giusti per poter essere esaminate”. E anche nell’aula consiliare gli interrogativi diretti ma rimasti in sospeso, non sono mancati. Luciano Galeotti, capogruppo di minoranza, ad esempio, ha eccepito che il punto di partenza per fare chiarezza “ruota attorno a 3 cause e concause: l’inadeguatezza della struttura che da magazzino agricolo nel 1982 è stato trasformato in discoteca. E che è pressochè rimasto tale in 30 anni con sistemi di sicurezza forse inadatti ai nostri bambini. E poi c’è da analizzare la correttezza dell’attività dei gestori, le responsabilità di chi ha sottoscritto i vari permessi. Questa miscela di cause e concause ha generato una bomba ad orologeria. Molti sapevano ed hanno taciuto?” ha fatto serpeggiare il dubbio il rappresentante dell’opposizione
“C’erano troppe persone in quella discoteca? Nessuno è mai venuto a protestare in Comune?” Ha chiesto anche il cittadino corinaldese Mauro Zandri. Una domanda che il sindaco ha definito “delicata”. “Per me è un grande fallimento quello che è successo, essendo quella una struttura frequentata dai giovani. – ha risposto Principi – Io personalmente ho fatto anche sopralluoghi in tarda serata in quella struttura, ci ha messo la faccia come al solito per cercare di capire quello che succedeva. I nostri atti amministrativi diranno quale tipo di attività è stata fatta sulla struttura e se era sufficiente. Sicuramente quella sera qualcosa non ha funzionato. La mia risposta è però che non potevamo sapere che quella discoteca poteva diventare un luogo di morte. Quando si amministra ci sono pareri che vengono rilasciati da tecnici e quindi in questo caso, ai di là dei pensieri che oggi possiamo fare guardando quell’uscita, io e la nostra macchina comunale abbiamo potuto autorizzare quella attività perché c’erano pareri favorevoli, anche sull’uscita di sicurezza. E’ un aspetto estremamente tecnico ma una uscita di sicurezza è regolare o non lo è. Saranno elementi che verranno comunque valutati nel corso delle indagini”
Tra gli interventi arrivati dalla platea dell’aula consiliare va ricordato quello di Vincenzo Fiore, amministratore del gruppo Giustizia per le vittime della Lanterna Azzurra, che sta collaborando con le forze dell’ordine nella ricerca di indizi e testimonianze utili alle indagini. Ma anche quello di Fabio Amici, avvocato dell’Acu Marche, che ha invitato l’amministrazione comunale a spingere sulla cultura della prevenzione, a fare incontri con la Protezione civile regionale, i vigili del fuoco. “Questa storia non fa isolata a Corinaldo perché le leggi esistono. Per capire come si possono prevenire certi fatti” ha detto. Affettuoso e accorato poi l’appello di Agnese Principi, la sorella del sindaco che nel ricordare la tragedia che colpì la sua famiglia 28 anni fa, la morte del padre avvenuta proprio nella stessa data del 7 dicembre, ha chiesto a tutti “non solidarietà nella condivisione del dolore ma come arma di speranza, in un periodo in cui tutti siamo opinionisti dietro a uno schermo. Grazie Matteo – ha concluso- perché quando si spengono i riflettori questo rimane di te: una persona che c’è, sono la sorella, lasciatemelo dire”. Toccante infine l’intervento di Carmelo Calì, presidente dellì’associazione ‘Insieme a Marianna’. Con la moglie Paola vive a Senigallia ed ha adottato i figli di Marianna Manduca, la donna uccisa dal marito a Catania nel 2007, la cui storia ha inspirato la fiction Rai. “Ho 6 figli due dei quali erano quella sera alla Laterna Azzurra. – ha ricordato- Sul problema della sicurezza alla Lanterna Azzurra, chi ha sbagliato pagherà. Noi genitori però abbiamo un compito più grande, quello di ascoltare i nostri figli. Come associazione noi ci siamo attivati subito e abbiamo costituito un fondo per le vittime della discoteca perchè sappiamo che ce ne sarà bisogno”.
L’obiettivo del sindaco Principi nei prossimi mesi sarà, quindi, quello di non spegnere i riflettori sulla vicenda “per cercare di migliorare la vita di tutti noi. – ha ribadito prima dei saluti finali e in chiusura della seduta consiliare – Il nostro pensiero va alle famiglie che soffrono maggiormente, ai genitori delle vittime, aòla famiglia della mamma scomparsa, per i quali abbiamo dedicato un minuto di silenzio in apertura di questo consiglio comunale. Il nostro vuole essere un messaggio vero, non solo di vicinanza istituzionale ma anche di vicinanza concreta, mettendo a disposizione risorse e strumenti per aiutare. Pertanto invito tutti, anche la minoranza a collaborare: noi siamo qua e aspettiamo le proposte. Qualsiasi occasione può essere utile e non bisogna attendere il prossimo incontro pubblico per farsi avanti”.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati