facebook rss

“Testa o croce? Non affidarti al caso”,
al via la campagna della Uaar
sulla tutela della salute

CHIARAVALLE - Al lancio dell'iniziativa per una scelta consapevole dei proprio medici, ed in particolare di medici di base e ginecologi, prevista per lunedì 7 gennaio con l'affissione di manifesti e volantini, seguirà l'incontro "194 passi verso l'autodeterminazione" di sabato 12 gennaio alla sala dell'associazione Isola della città, alle 17, per affrontare il tema dell'aborto

 

“Centonovantaquattro passi verso l’autodeterminazione”, è il titolo dell’incontro promosso dall’Unione atei agnostici razionalisti (Uaar) di Ancona, sabato 12 gennaio alle 17,  alla sala dell’associazione culturale Isola a Chiaravalle. Scopo dell’incontro sarà affrontare, con «ragione e laicità», sottolineano dall’Uaar, il tema dell’aborto e del diritto all’autodeterminazione. Ad intervenire Anna Pompili, ginecologa e docente dell’Università La Sapienza di Roma, la segretaria generale della Cgil Marche, Daniela Barbaresi, e Fabrizio Volpini, medico di base e presidente della commissione Sanità del Consiglio regionale delle Marche. «Sarà l’occasione − si legge nella nota dell’associazione − per affrontare tutti gli aspetti che riguardano questo tema a livello nazionale e territoriale, e sarà anche il momento migliore per lanciare la nuova campagna Uaar “Testa o croce? Non affidati al caso”. Con un’immagine e lo slogan “Testa o croce? Non affidarti al caso”, partirà il prossimo 7 gennaio una campagna Uaar che mira a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla scelta dei propri medici. L’immagine di questa campagna verrà installata sul territorio provinciale in circa 50 pensiline per autobus nella città di Ancona e nei comuni limitrofi»

«Questa nuova campagna di sensibilizzazione − spiega il coordinatore Uaar locale, Paul Manoni − nasce dal fatto che in materia di salute i cittadini danno purtroppo molte scelte come scontate. E se in alcuni casi ciò non comporta particolari conseguenze, lo stesso non si può dire per altri. Come per la scelta del proprio ginecologo o del proprio medico di base. Si sa infatti che gli ospedali, specie quelli marchigiani, sono purtroppo pieni di ginecologi obiettori, spesso assunti e promossi proprio per la loro adesione alla dottrina cattolica. Non sono rari i casi in cui ostacolano l’intenzione di interrompere una gravidanza o decidono di non sottoporre la gestante a una diagnosi che possa condurre alla decisione di una donna di non far nascere un bimbo già condannato per tutta la vita a una malattia invalidante. È in casi come questi che avere un ginecologo di fiducia del quale sono note le opinioni su tali questioni è fondamentale. Se andando dall’oculista non ci sono validi motivi per porsi dubbi rispetto alle sue credenze religiose, vi sono altre circostanze in cui è essenziale prestare massima attenzione ai suggerimenti che riceviamo, per esempio in materia di contraccezione, o sulle cure proposte che potrebbero rappresentare un accanimento terapeutico nei nostri confronti. Non mettiamo in nessun modo in discussione la competenza dei medici − conclude Manoni −, ma la nostra libertà è un bene prezioso, ed esercitarla sin dall’inizio e fino alla fine non affidandoci al caso è il modo migliore per ribadirne il valore».

ancona@uaar.it
https://www.facebook.com/events/2762843710607315/

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Torna alla home page




X