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Consiglio regionale, maggioranza
contro Decreto Salvini: “Ceriscioli valuti
ricorso alla Corte Costituzionale”

POLITICA - La mozione è stata sottoscritta dal presidente del Consiglio Mastrovincenzo, dai capigruppo di maggioranza Urbinati (Pd), Busilacchi (Art.1 - Mdp), Rapa (Uniti per le Marche) e Marconi (Unione di Centro), nonché dal vicecapogruppo del Pd, Micucci

 

 

Decreto sicurezza e ripercussioni sul territorio temi centrali della mozione sottoscritta dal presidente del Consiglio, Antonio Mastrovincenzo, dai capigruppo di maggioranza Fabio Urbinati (Pd), Gianluca Busilacchi (Art.1 – Mdp), Boris Rapa (Uniti per le Marche) e Luca Marconi (Unione di Centro) , nonché dal vice capogruppo del Pd, Francesco Micucci.

«Il Decreto sicurezza – sottolinea Mastrovincenzo – rischia di avere effetti devastanti. Colpisce la dignità delle persone; compromette il loro diritto alle cure mediche, allo studio, alla formazione; interrompe il percorso di integrazione generando insicurezza e tensione sociale. Le Marche sono da sempre una regione accogliente e solidale. Nessuno deve essere lasciato solo. E’ un nostro dovere morale continuare a garantire assistenza sanitaria a tutti»

L’atto, infatti, impegna il presidente della Giunta e lo stesso esecutivo a “continuare ad assicurare i servizi sanitari ed assistenziali di competenza regionale finora erogati ai migranti interessati, stranieri entrati regolarmente nel territorio italiano ed ora improvvisamente posti dal Decreto sicurezza in uno status di limbo giuridico”.

Nel contempo si chiede di “valutare i profili di lesione delle competenze costituzionalmente garantite alle Regioni per verificare se esistono le condizioni giuridiche per proporre ricorso avanti alla Corte costituzionale per la declaratoria i illegittimità costituzionale di alcune disposizioni normative del Decreto”.

Secondo il consigliere Busilacchi «bene hanno fatto quei sindaci che non stanno disapplicando la legge, come sostiene incautamente il Ministro dell’Interno, ma ne stanno semplicemente applicando una non abrogata del 1998, che fornisce agli stessi Comuni competenza sull’anagrafe. L’auspicio è che altri enti locali democratici delle Marche seguano l’esempio di tanti colleghi dell’Anci».

Infine, l’illegittimità della legge viene riscontrata anche per il fatto che esistono delle norme nazionali del 2015 che attuano una Direttiva Comunitaria emanata nel 2013 relativa all’accoglienza per i richiedenti protezione internazionale. L’incostituzionalità, dunque, viene riscontrata nel fatto che la normativa nazionale non può ledere il diritto comunitario.

«Per tutte queste ragioni – conclude Busilacchi – l’impegno di vari enti locali che si sta registrando in queste ore non può essere derubricato ad una sorta di disubbidienza. Si tratta, in realtà, del corretto svolgimento di un ruolo di rappresentanza dei ruoli costituzionali e di civiltà per quanto la stessa Costituzione assegna alle istituzioni ed agli enti locali».

 

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