Poliziotto accusato di aver venduto informazioni riservate: scatta il sequestro di 4 mila euro. La somma, stando alla procura, sarebbe pari alla cifra “guadagnata” dal un ispettore capo di Senigallia attraverso la sua presunta attività illecita intrapresa per favorire il titolare di un’agenzia investigativa del Modenese. Per entrambi le accuse sono concorso in corruzione e accesso abusivo ai sistemi informatici in uso alle forze dell’ordine. Quest’ultima accusa viene contestata anche a un avvocato che al tribunale di Pesaro veste i panni di magistrato onorario. Stando a a quanto ricostruito dagli agenti della Squadra Mobile, il legale avrebbe chiesto al poliziotto un favore informatico, inducendolo ad accedere nei database ministeriali. La posizione del magistrato verrà valutata dalla procura dell’Aquila. Il decreto di sequestro dei beni dell’ispettore è stato firmato dal gip Paola Moscaroli. L’esecuzione è avvenuta ieri mattina, quando i colleghi dell’indagato si sono presentati a casa sua per mettere sotto chiave 4 mila euro. La stessa cifra è stata sequestrata al titolare dell’agenzia investigativa che, secondo le ipotesi d’accusa, in almeno due occasioni avrebbe pagato l’ispettore per ricevere in cambio informazioni prelevate dai database delle forze di polizia. Per questo filone, la procura anconetana ha da poco chiuse le indagini. Il poliziotto del Commissariato è però implicato in un’altra inchiesta. E’ quella che riguarda l’ipotesi di truffe assicurative e dove compaiono una decina di indagati. Secondo quanto contestato, l’ispettore avrebbe compilato una serie di verbali ad hoc per simulare falsi danneggiamenti ai danni di veicoli con la compiacenza di un carrozziere del Senigalliese. Le indagini sono ancora in corso. Il poliziotto indagato, dopo un periodo di sospensione, è tornato al lavoro.
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