La notizia è piovuta come una doccia gelata su Fabriano ed i fabrianesi che da due anni combattono per la sopravvivenza del punto nascita dell’ospedale ‘Engles Profili’. «Il Ministero della Salute ha chiesto alla Regione Marche di “trasmettere l’atto formale di chiusura del punto nascita di Fabriano”. Chiudere questo reparto è un impoverimento per le comunità della nostra montagna. Dal governo ci aspettavamo un moto di sensibilità e attenzione per quella parte del territorio ma così non è stato». Ad annunciarlo il presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli.
«L’amministrazione regionale – prosegue Ceriscioli – è sempre stata in prima linea chiedendo già due anni fa, al Ministero della Salute, la deroga per questo reparto, a luglio abbiamo ricevuto il primo diniego da parte del ministero della Salute. Noi, nonostante le difficoltà a reperire pediatri, abbiamo garantito medici, ostetriche e tecnologie, per dare a mamme e bambini la massima sicurezza. L’unico problema restava quello del numero: 300 parti all’anno sono inferiori ai 500 previsti per legge. Solo per questo aspetto abbiamo chiesto la deroga. Dopo due anni è arrivata la risposta dal Ministero, che anziché darci la deroga ci chiede di inviare un atto formale di chiusura».
Il punto nascita dell’ospedale Profili di Fabriano, come riconosce il presidente della Giunta regionale, è una realtà strategica per il territorio già duramente colpito dal terremoto. «Costituisce un importante presidio per l’entroterra marchigiano, – sottolinea Ceriscioli – garantisce un servizio di presa in carico per la donna in gravidanza in prossimità dei centri abitati più isolati di un territorio in area sisma. Ci siamo impegnati anche per la ricerca del personale in particolare i pediatri. Per l’Area Vasta 2, negli ultimi tre anni, sono stati espletati due concorsi a tempo indeterminato rispettivamente con 15 e 9 pediatri collocati in graduatoria. Anche gli ospedali di Senigallia, Jesi ed il Salesi in questo periodo hanno inviato i propri pediatri a supporto dell’ attività. I reparti di ostetricia-ginecologia e pediatria continueranno ad essere funzionanti. La Regione – conclude il presidente –, per garantire massima sicurezza a tutte le donne del fabrianese, attiverà immediatamente il “percorso della gestione della gravidanza” già codificato in Asur. Gradualmente i parti da Fabriano andranno verso altre strutture su scelta della donna. Ginecologi e ostetriche che hanno seguito la donna la accompagneranno nell’ospedale prescelto. Su Fabriano rimarrà l’attività di gestione pre-parto e post-parto, quella ginecologica e l’assistenza pediatrica specialistica».
LO SCONCERTO DEL SINDACO SANTARELLI – «Apprendo con sconcerto quanto dichiarato da Ceriscioli che chiaramente si è ben visto dal comunicarmi in anticipo la notizia anziché farmela apprendere dalla stampa. Sto cercando di verificare di che tipo di documento si tratta e chi lo ha inviato». Questa la reazione a caldo del sindaco di Fabriano, Gabriele Santarelli. «Rimangono però chiaramente dei punti – prosegue Santarelli – e delle responsabilità dalle quali nessuno può provare a sfuggire: il problema è la carenza di personale che la Regione dovrebbe garantire. Se, come leggo dalle parole del presidente, non c’è riuscita si tratta di incapacità. Poi la Regione ha avuto la possibilità di derogare in autonomia ma ha deciso di non farlo. Quindi Ceriscioli si tenga per se le lacrime di coccodrillo e le considerazioni che arrivano in ritardo e che rimangono solo parole delle quali non sappiamo più che farcene sulla strategicità del reparto. Ancora parla di 2 anni di attesa quando abbiamo già dimostrato documenti alla mano che la richiesta di deroga è avvenuta pochi mesi prima della risposta da parte del Comitato Percorso Nascita (e non del Ministro che oltretutto all’epoca era ancora espressione del Governo Gentiloni). Il documento riportato sul comunicato del presidente è stato prodotto e inviato dal Comitato Percorso Nascite Nazionale, quindi non dal Ministero. Spero che questo possa consentire di avere margini di manovra prima di prendere decisioni affrettate». Qualcuno in città è già pronto alla mobilitazione.
A rincarare la dose contro la Regione la parlamentare fabrianese pentastellata, Patrizia Terzoni, che tramite l’agenzia di stampa Dire chiede al presidente Ceriscioli di fare: «Mea culpa. La sanità è gestita dalla Regione e fino ad ora non è mai stato fatto nulla per potenziare l’ospedale di Fabriano e il suo Punto nascita. Questo è solo il risultato della cattiva gestione regionale della sanità. Credo serva un deciso mea culpa di Ceriscioli e più chiarezza su quello che vuole fare della sanità marchigiana. Non ho ancora sentito il ministro Giulia Grillo − aggiunge − che sta riguardando i parametri per rivedere il Piano nazionale sui Punti nascita e faccio fatica a credere che sia proprio così come ha detto Ceriscioli nella sua nota. Aspetto di vedere il documento, attualmente in possesso solo della Regione, prima di esprimermi».
(servizio aggiornato alle 20:55)
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cerisciolo sempre più schifoso