“Attendo con serenità le querele annunciate del consigliere comunale Dino Latini (Liste civiche), certo di essermi limitato a raccontare la verità sostanziale dei fatti con documentazione alla mano. Nei giorni scorsi la curatela fallimentare della Cosmo Spa ha chiesto un risarcimento danni al Comune di Osimo per milioni di euro. Adesso per legge saranno informati dell’apertura di un’istruttoria a seguito della richiesta risarcitoria anche gli ex amministratori comunali ed ex dirigenti che hanno firmato convenzioni ed atti”. Nel corso della conferenza stampa di questa mattina, il sindaco uscente di Osimo, Simone Pugnaloni (Pd) con il vicesindaco Mauro Pellegrini a palazzo comunale ha ripercorso le dinamiche della complessa vicenda che è culminata nella richiesta di un maxi risarcimento. Dieci giorni fa sono chiesti 4 milioni di risarcimento danni in risposta al ricorso al Tar presentato dal Comune di Osimo che chiedeva alla ditta un indennizzo risarcitorio di 1,5 milioni.
LA RICHIESTA DELLA CURATELA FALLIMENTARE DELLA COSMO – Alla quantificazione dei primi 2 milioni di danno l’avvocato incaricato dalla curatela fallimentare della Cosmo, è arrivato contestando, con un contro-ricorso al Tar Marche, il ritardato rilascio della concessione idraulica da parte del Comune di Osimo, per la bretella che dalla rotatoria di via Montefanese corre fino all’ingresso della nuova sede della Lega del Filo d’Oro. Un ritardo che, secondo il legale, avrebbe concorso a causare la crisi economica dell’azienda. Gli altri 2 milioni di danno scaturirebbero invece dalla presunta nullità della convenzione firmata tra Comune e Cosmo nel 2012, a integrazione della precedente, siglata nel 2006 e scaduta un anno prima. Sempre secondo l’avvocato della curatela fallimentare, i nuovi accordi sarebbe nulli essendo trascorso un anno dallo scadere dei precedenti e dalla firma della nuova convenzione, e proprio per questo il Comune di Osimo non può vantare alcun credito. Avendo invece affrontato spese di progettazione e versato oneri di costruzione e miglioria secondo gli accordi della convenzione 2006, la curatela pretende indietro il denaro investito dall’azienda. Di qui la richiesta in via riconvenzionale di un risarcimento complessivo di 4 milioni di euro. La vicenda è articolata e va fatto un passo indietro per capirne tutti i passaggi.
LA CONVENZIONE DEL 2012 – La convenzione sottoscritta nel 2012 ha rimodulato gli accordi della precedente, per la realizzazione di un bypass interconnesso alla Provinciale Valmusone, che avrebbe tagliato fuori da Padiglione la circolazione anche dei mezzi pesante in viaggio sull’asse Ancona-Macerata. Se per la convenzione del 2006, la Cosmo (ex Migan), dopo la costruzione dello shopping center Coccinella, con la prima tranche degli oneri di miglioria aveva già finanziato gli iniziali 800 metri di strada di bordo fino a via Molino Basso, ad agosto 2012 per l’avvio dei lavori del nuovo centro nazionale della Lega del Filo d’Oro, è stato necessario siglare due diverse convenzioni che tra loro andavano a braccetto. La prima tra il Comune di Osimo e la Lega del Filo d’Oro e l’altra tra il Comune e l’impresa Cosmo. Prevedevano in sostanza la realizzazione della bretella che collega la rotatoria di via Montefanese all’ingresso del centro nazionale della Lega del Filo d’Oro (per 290 mila euro) e poi un bypass nord-sud di connessione tra via Linguetta e il ponte sul Musone in zona Mc Neal, che si sarebbe innestato su una nuova rotatoria su via di Jesi. Un troncone di strada di circa 1,2 km per un costo di 2 milioni e 800.000 euro, finanziati per 1 milione ed 850.000 dalla Cosmo. Gli altri enti che avrebbero contribuito a finanziare il progetto erano il Comune di Osimo (250.000 euro) e la Provincia di Ancona (250.000 euro) chiamata a edificare la nuova rotatoria sulla Provinciale Valmusone.
L’INCOMPIUTA – Partita la realizzazione della bretellina che collega la nuova sede della Lega del Filo d’Oro alla rotatoria di via Montefanese, nel 2014 la Cosmo, già in difficoltà economica, ha interrotto i lavori del cantiere anche perché era emersa la necessità di una concessione idraulica da parte della Provincia. Concessione chiesta dal Comune e rilasciata a maggio del 2014. Nel frattempo per la società è intervenuto il concordato liquidatorio al tribunale a Fermo; la fideiussione di 750mila euro a garanzia dei lavori si è dimostrata inescutibile e per tutelare gli interessi della collettività, l’amministrazione Pugnaloni ha depositato una denuncia esposto in caserma dai carabinieri. Nella primavera 2015 la ditta ha chiesto al Comune di Osimo di applicare il ‘Decreto del Fare’ che ha prorogato di 3 anni i termini di validità delle convenzioni di lottizzazione stipulate fino a dicembre 2012. I l lavori, però non sono ripartiti. Preso atto dell’inadempimento della convenzione e considerato che la strada andava completata secondo gli accordi con la Lega del Filo d’Oro, nel 2017 con atto sottoscritto dall’amministratore della Cosmo e dal legale rappresentante del Comune, il sindaco Pugnaloni, l’ente locale è ritornato nella disponibilità dell’area ed ha potuto riavviare i lavori, finanziandoli però con fondi propri di bilancio. Diversi mesi fa il tribunale di Fermo ha dichiarato il fallimento della Cosmo ed entro il prossimo 8 marzo i creditori dovranno insinuarsi nel passivo dei conti.
IL FALLIMENTO DELLA SOCIETA’ – Nel passivo fallimentare della Cosmo, i curatori hanno iscritto per ora 635mila euro relativi ai tributi (Ici e Imu per terreni edificabili per una lottizzazione non costruita) da versare al Comune di Osimo. “Il Comune però avanza un credito più consistente verso la società, che deriva dell’inadempimento della realizzazione della strada, stimata 1,8 milioni di euro circa. I lavori fatti ammontano solo a 260mila euro. Il credito quantificato dal Comune di Osimo è di 1,5 milioni di euro, quindi pari alla differenza del costo dell’opera e dei lavori fatti. – ricorda il vice sindaco – Ma avevamo bisogno di un titolo giudiziale che accertasse il risarcimento del danno per farlo valere con l’insinuazione al passivo del fallimento. Abbiamo dovuto presentare il ricorso anche per non incorrere in una eventuale responsabilità per danno erariale. Ora Dino Latini sostiene che abbiamo sbagliato giudice e ci invita a ritirare il ricorso al Tar, ma ci spiega con quale atto dovremmo insinuarci al passivo? – ha domandato Mauro Pellegrini – I giudici del Tar hanno giurisdizione esclusiva nelle controversie per convenzioni urbanistiche e sono gli unici che possono accertare e quantificare il danno arrecato al Comune per l’inadempimento dei lavori. Noi con il ricorso al Tar abbiamo chiesto 1,5 milioni di euro di risarcimento escluse le opere realizzate. Ora ci difenderemo contro questa richiesta di risarcimento di 4.211.627 ci insinueremo al passivo ma condizionando la quantificazione del credito all’esito del giudizio del Tar Marche, il passaggio propedeutico”.
LA DENUNCIA DAI CARABINIERI – Stamattina il sindaco Pugnaloni ha aggiunto che alla luce di quello che è accaduto in questi giorni si presenterò “spontaneamente in Procura per avere notizia dell’iter dell’esposto denuncia sulla fideiussione irregolare. Cercherò di capire se è stato archiviato. Non abbiamo potuto escutere quella fideiussione – ha ricordato – e il Comune di Osimo è stato costretto a realizzare con fondi propri la strada che costeggia la nuova sede della Lega del Filo d’Oro, che a breve andremo ad inaugurare entro una settimana-20 giorni. l primo tratto della strada per anni incompiuta, quello che va dalla rotatoria di via Montefanese all’entrata della Lega del Filo d’Oro è pronta. Entro una settimana o al massimo 20 giorni sarà completato l’asfalto, verranno accesi 10 punti luce e sarà transitabile e aperta a pubblico. Inoltre già dal mese di marzo vedremo abbozzata e disegnata la rotatoria su via di Jesi con l’allargamento della sede stradale che farà da deterrente per la velocità. Ben comprendo il nervosismo del consigliere Latini, dal momento che la vicenda in questione riguarda i precedenti governi delle Liste Civiche”. Simone Pugnaloni ha ribadito che “solo il Tar è l’organo competente a giudicare in materia urbanistica, e può dunque accertare il titolo e la quantificazione del danno che serviranno successivamente ad insinuarsi nel passivo della società fallita. E così abbiamo fatto! Strano che un avvocato di professione, a me avverso politicamente, non conosca queste basilari regole procedurali. Altrimenti, se avessimo rinunciato al Tar, avremmo di fatto rinunciato al contenzioso, causando un possibile danno erariale a carico dell’ente comunale. Stupisce che il consigliere comunale Dino Latini, su questioni così delicate, alzi il tono del dibattito politico: il fine sembra essere solo quello di deviare eventuali sue responsabilità, tanto più che è iniziata da tempo (ma forse per lui non è mai terminata) la campagna elettorale”.
RISARCIMENTO DANNI, I RIFLESSI SUL BILANCIO COMUNALE – Quando c’è un contenzioso con richiesta di risarcimento danni, ogni amministrazione comunale deve sempre valutare se accantonare in via prudenziale fondi nel bilancio comunale. “Apriremo infatti un’istruttoria e insieme al nostro legale faremo una valutazione sulla necessità di accantonare fondi. – conferma Pellegrini – Dovremo ricontrollare i documenti, anche perché sono cambiati i dirigenti. La vicenda è estremamente complessa e noi riteniamo la pretesa infondata ma ci difenderemo nelle sede opportune. Adesso per legge saranno informati dell’apertura di un’istruttoria a seguito della richiesta risarcitoria anche gli ex amministratori comunali ed ex dirigenti che hanno firmato convenzioni ed atti. Una procedura informativa, dovuta per legge, qualora in futuro fosse rilevati elementi di colpa”.
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