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Giù i silos entro metà giugno,
partito l’iter per la demolizione

ANCONA - Dopo il via libera del Comitato di gestione dell'Autorità di sistema portuale, lo scorso giugno, oggi all'interno degli impianti si è avviata la fase propedeutica all'abbattimento. Sarà il nuovo Piano regolatore a stabilire a cosa saranno destinati gli spazi recuperati dall'eliminazione dei grandi serbatoi cilindrici

da sx: il presidente della Camera di Commercio delle Marche, Gino Sabatini, l’assessore al Porto, Ida Simonella, il presidente dell’Adsp, Rodolfo Giampieri, il comandante del porto, Enrico Moretti

 

 

Abbattimento dei silos del porto di Ancona, via alla fase propedeutica per la demolizione dopo il via libera di venerdì scorso (8 marzo) della Conferenza dei servizi. I grandi serbatoi cilindrici in cemento andranno giù per metà giugno. La scorsa estate, il 27 giugno, la decisione del Comitato di gestione dell’Autorità di sistema portuale di non rinnovare le concessioni demaniali alla Silos Granari Sicilia ed alla Sai, attuali concessionari dei 46 silos della darsena Marche, e di andare verso il recupero delle banchine e degli spazi portuali. Una decisione supportata dai dati sul traffico dei cereali, in caduta libera. Tanto che dal 1 gennaio 2018 ad oggi sono state movimentate soltanto circa 20 mila tonnellate.

Nessun cambio di programma, dunque, si procede lungo la strada tracciata, considerando anche che alla data del 30 giugno 2018, scadenza della decisione di indirizzo dell’area da parte del Comitato di gestione portuale, non sono pervenute domande di rinnovo di concessione demaniale per l’utilizzo dei silos. Cambierà dunque lo skyline del porto, ma soprattutto cambia lo scalo dorico, che si prepara ad essere più al passo con le esigenze di mercato. Da oggi, dentro l’impianto, via alla fase propedeutica all’abbattimento che sarà a carico delle aziende. L’intervento sarà effettuato per la maggior parte con abbattimento meccanico controllato e con tecnologie innovative con microcariche esplosive, realizzato da imprese specializzate e in giornate programmate. A breve sarà definito, dall’azienda demolitrice, e reso pubblico, il cronoprogramma dei lavori, che dovrebbero concludersi entro metà giugno. Altrimenti, l’intervento sarà sospeso durante la massima stagione di traffico dei traghetti per poi riprendere a settembre.

«Questa trasformazione è l’evidenza che il porto di Ancona accetta la sfida della modernità e della contemporaneità – ha affermato Rodolfo Giampieri, presidente Autorità di sistema portuale −, guarda in faccia l’evoluzione dell’economia e del mercato, che sta crescendo in maniera diversa nello scalo. Il porto cambia e si evolve con il mercato, per continuare ad essere a fianco delle imprese cercando di favorire opportunità per lo sviluppo delle attività portuali e la creazione di nuova occupazione».

Resta da definire a cosa saranno destinati i 350 metri di banchina una volta liberata dai silos ed i 33mila metri quadrati di retrobanchina. Il Piano regolatore del porto in vigore. A dare una risposta sarà il prossimo Piano regolatore portuale, che sarà definito dopo la stesura del Piano regolatore di sistema portuale di cui, a breve, sarà affidato l’incarico al gruppo di professionisti che lo redigerà.

«La riorganizzazione di quel pezzo di città è un tema che ha attraversato la città per almeno trent’anni – ha ricordato Valeria Mancinelli, sindaco di Ancona −, siamo arrivati adesso ad un punto di svolta positiva per l’evoluzione del porto di Ancona», mentre l’assessore comunale al Porto, Ida Simonella, ha sottolineato «il valore di un intervento su un’area che segna un salto di discontinuità nella prospettiva di crescita dello scalo dorico, con un orizzonte di sviluppo e di programmazione a medio-termine». Una scelta, dunque, «ponderata condivisa» da tutti gli attori in gioco, come fa presente il contrammiraglio Enrico Moretti, direttore marittimo delle Marche e comandante del porto di Ancona «che consentirà al porto di recuperare spazi per l’economia portuale e del territorio». Si guarda allo sviluppo futuro, ma senza dimenticare le 13 persone occupate negli impianti di cui si avvierà lo smantellamento. «Grazie all’impegno delle organizzazioni sindacali − ha rimarcato Giampieri − le 13 persone occupate negli impianti sono al centro dell’attenzione per una ricollocazione. Mercoledì si svolgerà un’ulteriore riunione del tavolo sul “Protocollo per la tutela del lavoro nel porto di Ancona”».

Assieme all’Autorità di sistema portuale nell’iter di trasformazione del porto anche la Camera di Commercio delle Marche, il cui presidente, Gino Sabatini, ha sottolineato la necessità «del collegamento tra porto e grande viabilità  per favorire la realizzazione di progetti di ulteriore crescita di quest’area e della sua economia».

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