di Martina Marinangeli
L’assemblea nazionale del Pd, riunita oggi (17 marzo) a Roma, ha ufficialmente proclamato Nicola Zingaretti nuovo Segretario ed eletto l’ex premier Paolo Gentiloni come Presidente. Un voto plebiscitario, quello per l’ex inquilino di palazzo Chigi originario di Tolentino, che ha visto i mille delegati di tutte le regioni quasi unanimemente d’accordo. Diversa la storia se viene declinata nelle Marche, dove invece sono già iniziati i mal di pancia. Sono sette, in totale, i marchigiani eletti dall’assemblea che entrano a far parte della direzione nazionale del Pd, compresi il governatore Luca Ceriscioli ed il segretario regionale Dem Giovanni Gostoli, ai quali spetta di diritto un posto in virtù dei rispettivi ruoli. A questi due nomi si aggiungono quelli di Camilla Fabbri in quota Zingaretti, Alessia Morani, Irene Manzi e Francesco Verducci per la mozione Martina e Piergiorgio Carrescia in rappresentanza di Sempre Avanti del ticket Giachetti-Ascani.
A ben guardare i nomi, si può anche intuitivamente capire perché queste elezioni abbiano scontentato non pochi tra i Dem marchigiani: su sette, quattro (Ceriscioli, Gostoli, Fabbri e Morani) vengono dal Pesarese, mentre Ascoli resta a bocca asciutta. Altro aspetto che ha fatto sollevare più di un sopracciglio, producendo un tam tam di messaggi che ha infuocato le chat Dem nelle ultime ore, il fatto che l’area Zingaretti, uscita vittoriosa con percentuali bulgare dalle Primarie, porti a casa un solo nome, per di più pesarese, quando il nuovo leader del partito ha registrato proprio a Pesaro i risultati meno brillanti tra le province marchigiane. C’è chi dice, ad esempio, che sia stato sottostimato il risultato congressuale di Ancona, dove la mozione Piazza Grande ha ottenuto percentuali altissime nonostante il vento contrario soffiato dalla sindaca dorica Valeria Mancinelli, sostenitrice di Martina.
La situazione potrebbe essere riequilibrata al prossimo step, cioè quando verrà scelta la segreteria.
Nel frattempo, Nicola Zingaretti detta la nuova linea del partito improntata sull’unità e, parlando all’assemblea, dice: «dobbiamo rimettere al centro la persona come hanno fatto le ragazze e i ragazzi scesi in piazza per il clima, dobbiamo rimettere al centro la giustizia sociale, perché la lotta alla povertà è la condizione per vivere meglio tutti. Dobbiamo investire su scuola e istruzione pubblica come architrave di un’ampia operazione di crescita culturale».
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