facebook rss

«Per la Costituzione il fascismo è morto,
ascoltiamola e non torniamo indietro»

LIBERAZIONE – Tullio Collodet e Nicola Madonna sono due ex partigiani che hanno combattuto la Resistenza e che oggi hanno partecipato alla cerimonia in piazza Cavour ad Ancona: «E' importante spiegare ai giovani il sacrificio dei nostri concittadini»

Tullio Collodet

 

di Martina Marinangeli (foto di Giusy Marinelli)

Classe 1920 e 99 candeline ancora da spegnere, ma come ogni anno è presente alle celebrazioni per la Festa della Liberazione all’ombra del monumento dei Caduti. Tullio Collodet, accompagnato dalla figlia e da un’amica, si siede sotto gli alberi della pineta del Passetto per assistere ad una manifestazione che ha un significato molto più profondo per chi la Resistenza l’ha vissuta sulla propria pelle. Un partigiano decorato che, rientrato in Italia dopo aver combattuto nel disastroso fronte russo, ha scelto di unirsi alle fila di coloro che volevano liberare il Paese dai nazifascisti. «Sono un partigiano che ha fatto la Resistenza sulle Alpi Apuane. Sono di Carrara, ma vivo ad Ancona da ormai 50 anni e ogni 25 aprile vengo a questa celebrazione». Un giovane che 74 anni fa ha deciso di imbracciare un fucile e difendere ciò in cui credeva ed è dai giovani di oggi che si deve ripartire: «E’ importante spiegare loro cosa sono stati il fascismo e la Resistenza. Si sta tornando indietro e non deve succedere – ha spiegato Collodet – La Costituzione dice che il fascismo è morto, ascoltiamola».

Nicola Madonna, della Brigata Maiella

Collodet si dice dispiaciuto per il ritorno di frasi e slogan del Ventennio e anche per la definizione di «derby tra comunisti e fascisti» data alla Festa della Liberazione dal ministro dell’Interno Matteo Salvini, che non ha presenziato alle celebrazioni a Roma per recarsi a Corleone. Invita a fare più attenzione «ai fatti di ieri che alle parole di oggi» Nicola Madonna, combattente della Brigata Maiella che durante la Resistenza ha contribuito a «liberare dai nazifascisti l’area da Cassino ad Asiago». Era quasi tentato di non presentarsi, quest’anno, alla manifestazione per ricordare i caduti davanti al monumento del Passetto, perché ha traslocato e la sua casa è ora più lontana, «ma mi sono sgranchito le gambe e sono venuto perché la Liberazione va sempre festeggiata. Bisogna raccontare la verità vera ed il sacrificio delle tante vite di giovani nostri concittadini che hanno combattuto durante la Resistenza».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Torna alla home page




X