Ricette false per ottenere un antidolorifico a base di oppiacei: condannata 30enne tunisina a scontare nove mesi di reclusione, pena sospesa. La donna doveva rispondere di ricettazione e falso, reati commessi nell’ottobre 2014. Stando a quanto ricostruito, in quel mese, il suo medico curante le aveva prescritto il Domadol, un medicinale molto potente dagli effetti antidolorifici per tenere a bada il dolore del mal di denti che la stava affliggendo. Capsula dopo capsula, la 30enne sarebbe diventata dipendente del farmaco, tanto da fare carte false pur di continuare ad averlo. E così, stando alla procura, sarebbe venuta in possesso del ricettario di un dottore e del timbro dell’ospedale di Senigallia, poi risultati essere rubati. Con questi strumenti avrebbe compilato lei stessa le ricette, falsificando anche la firma del medico curante per poter continuare ad avere il Domadol. Dopo una serie di acquisti, è caduta nel suo stesso tranello. Andando in farmacia, ha mostrato al dipendente una ricetta compilata con la penna blu. Il colore dell’inchiostro, inusuale per le ricette, ha insospettito il farmacista. «Torna con una ricetta scritta in nero» sarebbe stato detto alla 30enne. E’ uscita dalla farmacia e dopo solo due minuti era tornata con una nuova ricetta. A quel punto era scattata la segnalazione ai carabinieri. Subito si erano diretti verso l’appartamento della 30enne per perquisirlo. Era saltati fuori il ricettario e il timbro, entrambi oggetti di furto. La tunisina è stata difesa dall’avvocato Umberto Bianchelli.
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