facebook rss

Sanità e ospedale di Osimo,
Monticelli (M5S):
«Promesse non mantenute»

AL VOTO - Una dettagliata ricostruzione dello stato del Ss. Benvenuto e Rocco fornita dal candidato sindaco penstellato che ripassa, con dati alla mano, tutte le tappe storiche che hanno portato il presidio sanitario ad essere gestito dall'Inrca e quelle future verso una nuova riconversione

Il corridoio prinicipale dell’ospedale di Osimo

David Monticelli

 

«Apprendo dai media che il Dr. Gianni Genga, direttore dell’Inrca, nei giorni scorsi ha tracciato un bilancio positivo della gestione dell’ospedale di Osimo dal 1° gennaio 2018, parlando addirittura di potenziamento dei servizi. Sono rimasto allibito». Esordisce così una nota stampa di David Monticelli, candidato sindaco M5S Osimo. «Genga è di fatto il ‘necroforo’ di un ospedale arrivato all’attuale stato disastroso a causa di responsabilità e mala gestione commesse nel corso degli ultimi trent’anni. – prosegue Monticelli – Era il 3 giugno 2014 – vigilia del ballottaggio per le elezioni a Sindaco di Osimo – quando il candidato PD Simone Pugnaloni inviò questa solenne dichiarazione alla stampa: “…. Noi siamo per la sanità pubblica, un servizio per tutti, anche per chi non ha un reddito tale per cui non potrà mai rivolgersi ad un privato. Ecco il nostro essere vicini a tutti gli osimani. Posa della prima pietra, ok, il grazie va al governo regionale, ma non basta. Noi siamo per salvaguardare l’ospedale di Osimo e le sue eccellenze e per potenziare i servizi sanitari al poliambulatorio in centro storico. Solo dopo che con tutti i cittadini di Osimo avremo inaugurato la nuova struttura di Aspio di Camerano potremo cambiare idea. Noi ci impegniamo per questo….”. Forse pronunciando questo impegno il nostro ‘pugnace’ lottatore aveva in mente il vigente Piano Socio Sanitario Regionale 2012-2014 (Deliberazione n. 38 del 16 dicembre 2011, pag. 82), il quale avendo cura di non lasciare sprovvista la popolazione di Osimo, sanciva che “… i servizi sanitari essenziali ai bisogni del territorio presenti alla data di approvazione del presente piano all’interno delle strutture ospedaliere di Osimo e Loreto….dovranno rimanere attivi sino a quando non sarà funzionante il nuovo ospedale Inrca- Ospedale di Rete…”. Ebbene è di pochi giorni fa la notizia che la mobilità attiva del privato è passata da 37.375.000 euro del 2016 a 44.314.000 del 2017 con un incremento di 7 milioni di euro. La crescita del privato non è sfuggita alla Corte dei Conti che nella relazione sul bilancio Asu 2016 (approvata con Delibera n. 27/2018) ha fatto rilevare che è stato registrato un costo pari a 301 milioni di euro, con uno scostamento complessivo pari a 13 milioni di euro in più rispetto all’anno precedente. “…In particolare – è possibile leggere nella relazione – è risultata in forte incremento la spesa per le Case di Cura multi-specialistiche (+8,4 %), per i Presidi di riabilitazione (+17,7%), per le Strutture residenziali (+7,2%) e per i Laboratori analisi (+10,2%)”. Addirittura nella relazione è possibile leggere (pag. 67) che “l’Asur non ha adottato i provvedimenti per la riduzione della spesa per l’acquisto di prestazioni da operatori privati accreditati, rispetto al valore consuntivo del 2011, in misura pari al 2 per cento, come previsto dall’art. 15, comma 14, decreto legge n. 95/2012, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135…”».

Secondo il candidato sindaco del M5S, quindi la manovra non racchiude certo «la difesa del Servizio Pubblico: qui si sta favorendo la sanità privata a discapito della povera gente, che il servizio a pagamento non può permetterselo! E che dire della salvaguardia dell’Ospedale. Tutti conosciamo le tristi vicende che hanno portato alla cessione senza colpo ferire dell’Ospedale di Osimo ‘fuso e confuso per sempre’ nell’Inrca di Ancona: il Sindaco Pugnaloni che doveva difenderlo ‘non ha mosso una paglia’ per dirla all’osimana. I reparti essenziali di base (Gastroenterologia, Pneumologia, Urologia, Cardiologia, Ostetricia e Ginecologia, ecc.) sono pian piano spariti con il trucco delle sperimentazioni gestionali mascherati da un modesto incremento di ambulatori in sostituzione. Tutto questo ha favorito l’Inrca dando il via al mutamento del progetto di costruzione del nuovo Ospedale nel quale la struttura incorporante ha fagocitato dapprima il finanziamento (20.113.031 euro di solo stanziamento statale) per il nuovo Ospedale di Osimo che doveva realizzarsi a San Sabino e poi il ruolo stesso di Ospedale di rete di Osimo, (l’Inrca dell’Aspio sarà tutto fuorché un ospedale di rete a causa dell’assenza, tra gli altri, del servizio di ostetricia e ginecologia ad esempio). C’è di più: la struttura non sarà tanto al servizio dei cittadini osimani e della Val Musone, quanto di quelli di Ancona. Altro che rispetto delle indicazioni del Piano Sanitario Regionale! Esso diceva chiaramente che la struttura di Osimo doveva rimanere attiva sino all’inaugurazione del nuovo Ospedale dell’Aspio».

Il Laboratorio Analisi dell’ospedale di Osimo

L’ospedale di Osimo, secondo David Monticelli, non è «affatto attivo e in salute come ci vorrebbero far credere Pugnaloni e Genga, ma piano piano è stato svuotato di contenuto e condotto ad uno stato agonizzante: è in attesa di essere riconvertito per qualche finalità riabilitativa da far gestire al privato in una parte del plesso. L’altra potrà essere destinata alla speculazione edilizia, (si mormora per appartamenti di prestigio in centro storico). E’ per questo, crediamo, che la struttura dapprima ceduta all’Inrca è ora (Deliberazione Giunta Regione Marche n. 1780 del 28/12/2018) stata fatta tornare indietro all’Asur. Il Dr. Genga dice che tutto va bene? E’ come chiedere all’oste se il vino che vende è buono. Lo chieda agli utenti e alla povera gente se stanno in salute quanto a servizi ospedalieri erogati. E chieda loro anche quali sono i tempi di attesa, quanti sono i chilometri che devono percorrere per curarsi, il tempo che perdono, i soldi che devono spendere, e le rinunce alle cure che devono fare».

Poi Monticelli si rivolgre direttamente a direttore generale dell’Inrca di Ancona. «Dr. Genga, lei sta cercando di mascherare con servizi ambulatoriali quelli che prima erano servizi di degenza e cura. La gente non è stupida. Gli osimani sono sì detti “senza testa”, ma non sono “duri di testa” a comprendere le cose e noi del Movimento 5 Stelle vogliamo cambiare volto a questa Italia e alla nostra città per salvaguardare la salute dei nostri concittadini, a differenza di chi prima dice una cosa, e poi per interesse del partito di appartenenza ne fa un’altra, e ancora si ripresenta spudoratamente a chiedere il voto. Osimani: dateci una mano a cambiare e a sconfiggere questo malgoverno».

 



Articoli correlati

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Torna alla home page




X