Nessun apparentamento in vista del ballottaggio di Osimo per i due candidati sindaci Dino Latini (Liste civiche al 34% dei consensi al primo turno) e Simone Pugnaloni (Pd-centrosinistra, al 29%). Alle 12.30 di oggi è scaduto il termine per presentare le alleanze ufficiali e nessuno dei due sfidanti l’ha fatto. Domani si procederà quindi con il sorteggio dei simboli e dei nomi dei due ‘sindaci’ per la posizione sulla scheda elettorale. Gli accordi sotterranei sono, invece, ancora possibili. Il dato saliente è che Latini e Pugnaoni non sono riusciti a convincere ad allearsi Achille Ginnetti (Progetto Osimo e Osimo Futura), il sindaco sconfitto che avrebbe potuto cambiare la scena con i suoi 2100 voti, decisivo per la vittoria di uno di loro con un alleanza sancita nero su bianco e la garanzia di almeno 3 consiglieri in Consiglio comunale. L’appello dei due candidati agli elettori continua ad essere è quello di non disertare le urne il prossimo 9 Giugno. Ginnetti ha deciso di prendere le distanze da entrambi, venerdì sera, dopo l’assemblea del suo gruppo. La squadra di Progetto Osimo e Osimo Futura si era riunita per commentare l’esito del primo turno e ha deciso di non dare sostegno a nessuno dei competitor ancora in corsa. Le ragioni saranno spiegate domani a mezzogiorno in una conferenza stampa convocata nella sede dell’associazione. Il medico potrebbe lanciare a Latini e Pugnaloni un appello su possibili convergenze programmatiche. In queste ore prova a dare una interpretazione autentica di quello che ha orientato la scelta di Progetto Osimo, uno dei suoi candidati al Consiglio comunale, Giorgio Mangialardo.
Analizzando il clima del pre-ballottaggio, Mangiarlardo rileva che «i veri sballottati sono solamente i cittadini osimani che hanno dovuto assistere in questi ultimi 5 anni ad una contesa elettorale all’ultimo voto, si sono divisi su tutto, mai un punto di incontro, mai una condivisione di intenti e tantomeno di continuità da percorsi precedenti. Li abbiamo visti e sentiti in vari incontri dove la dialettica politica è mancata, dove il giudizio non passa dal ‘proposto’ ma dalla ‘provocazione’, da chi a fronte di accuse anche personali si fa una risata sorniona, a chi sfoga una calma apparente girandosi la fede e ingoia saliva amara. Non è più possibile assistere a chi ha fatto del bene comune una battaglia personale, non è possibile che ci si debba preoccupare più del giudizio dell’avversario politico che delle necessità della gente, non è possibile invitare la gente alla partecipazione e non ascoltarla. Il rammarico più grande sta in queste divisioni: l’astensionismo elettorale ne è il segnale più evidente . Non si può entrare in un’urna elettorale e pensare di votare il meno antipatico o il più generoso in promesse fantasiose»
L’esito del 16 Maggio, secondo Mangialardo (che lancia una provocazione) dovrebbe aver lascito soddisfatti sia Dino Latini e che Simone Pugnaloni. «Il sindaco uscente, malgrado si pensasse avesse fatto di Osimo il deserto, ha avuto la sua buona percentuale di voti, – commenta il candidato consigliere di Progetto Osimo – l’altro si è preso la sua rivincita avendo avuto una maggioranza relativa. Ma adesso non vorrei essere al vostro posto, chiunque vincerà avrà perso, avrà perso metà della città, avrà perso l’occasione di passeggiare tra la sua gente serenamente. Ci avete messo uno contro l’altro dicendoci che chi non vota per lui vota per il malefico, se foste stati dei Signori avreste speso qualche parola buona l’uno per l’altro consci che nessuno ha l’esclusiva delle buone intenzioni. Sono sicuro che il vostro successo elettorale sia dovuto oltre, all’aver arruolato gregari in cinque più sei liste, anche ad una buona un’esposizione mediatica. Tutti vi conoscono, avete monopolizzato la scena politica osimana negli ultimi 20 anni e sarebbe giusto passaste nei libri di storia per i vostri meriti ma se voleste passare veramente agli onori delle cronache nazionali e non, dovreste di comune accordo… Dimettervi. Rinunciate alla candidatura, avete entrambi vinto la vostra battaglia personale. Questa è solo una piccola provocazione. Meditate gente, meditate».
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