Continua a regalare sorprese, la costruzione della Pedemontana Fabriano-Muccia. In una zona al confine tra Matelica e Cerreto d’Esi, nell’area dell’Incrocca, sono spuntati possibili resti di un villaggio preistorico, che si ipotizza possa risalire al Neolitico (tra 8 e 5 mila anni fa) e tracce di un antico acquedotto romano. Sul terreno si notano degli avvallamenti e delle buche e dei canali perpendicolari, oltre a tracce dell’antico acquedotto. Nella zona una cooperativa di archeologi, su incarico della Soprintendenza archeologica delle Marche, sta completando gli scavi per fare piena luce sulla tipologia di resti trovati nella zona. Soltanto al termine delle indagini archeologiche, si potrà avere un quadro completo dell’insediamento rinvenuto. Già nel luglio del 2018, in uno scavo precedente per costruire un tratto della Pedemontana, al confine tra Matelica ed Esanatoglia, in zona Cecca, erano venuti alla luce tratti di muri romani, indizio della presenza di una colonia nella zona. Nel corso degli anni, in diverse zone di Matelica sono venuti alla luce reperti di epoca romana e addirittura precedenti, di epoca picena, tombe e suppellettili degli antichi marchigiani. Molti erano esposti nel museo archeologico, la cui sede a palazzo Finaguerra è gravemente lesionata dal terremoto. Come appreso di recente durante il primo consiglio comunale della nuova amministrazione, l’assessore alla ricostruzione Rosanna Procaccini ha spiegato che non potrà riaprire in tempi brevi, a causa delle lesioni strutturali ci vorranno almeno un milione e 400mila euro per riparare i danni del terremoto, mentre al momento grazie alla partecipazione ad un bando, sono stati ottenuti poco più di 250mila euro.
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