di Maria Nerina Galiè
Sono 85 i dipendenti dello stabilimento Whirlpool di Comunanza che hanno scelto l’esodo volontario dal 1 luglio a fronte degli 85.000 euro lordi, circa 67.000 netti, offerti dall’azienda. Il dato è emerso dalla riunione che si è tenuta stamattina, mercoledì 3 luglio, nel sito di Villa Pera tra sindacati e dirigenti, per fare il punto della situazione alla luce dei nuovi numeri. All’incontro è stato ribadito che l’organico, ridotto a 366 unità, non dovrà più alternarsi alle linee con gruppi di 60 persone ferme ogni settimana, ma lavorerà sempre. Sarà a casa solo per i fermi collettivi che varieranno di mese in mese in base all’andamento della produzione. A luglio sono già previsti 9 giorni di sosta. Nei giorni scorsi il sindaco Alvaro Cesaroni è tornato ad esprimere la sua contrarietà all’incentivo, senza risparmiare i sindacalisti che non si sono opposti. Immediata la replica delle Rsu di Comunanza riunite sotto le sigle di Fiom, Fim e Uilm e Fim, a cui ha fatto seguito un altro intervento del primo cittadino.
A “giochi fatti”, almeno sul fronte esodi e fino a dicembre quando si chiuderà la seconda finestra con incentivi che però saranno di 50.000 euro lordi, e prima dell’incontro al Mise del prossimo 11 luglio, con al centro la vertenza su Napoli, entra in scena anche la Ugl, che fino ad ora non era scesa nella discussione. «Così tanti esodi -esordisce Francesco Armandi, ex Rsu di Comunanza ed ora coordinatore nazionale Ugl Whirlpool- rappresentano un dato preoccupante poiché denotano una scarsa fiducia verso il piano industriale. Tutto da confermare e pieno di contraddizioni. Dubbi non totalmente dissolti neanche nell’incontro del 25 giugno al Mise, nonostante le rassicurazioni per Comunanza sul rientro dell’incasso dalla Polonia».
«A Comunanza – continua Armandi – preoccupa soprattutto la riduzione del 9% della produzione degli ultimi sei mesi, dovuta al calo delle vendite. La piattaforma incasso è una produzione che conta su 100, al massimo 120 mila pezzi annui. Non riuscirà a sopperire l’uscita delle lavatrici quantificate in circa 180 mila. Facendo un conto spicciolo, sulla base di come stanno adesso le cose, le perdite del 9% potrebbero diventare del 12 o 15%. Questa considerazione, avallata anche dall’ammissione della Whirlpool di una difficolta nelle vendite per il settore lavaggio in tutta Europa, l’abbiamo espressa subito in sede ministeriale. Io stesso nella riunione del 12 giugno, in un breve scambio di opinioni, feci notare al ministro Luigi Di Maio che in quell’incontro si erano evidenziate, giustamente, le problematiche di Napoli. Trascurando però le potenziali criticità di Comunanza. Nell’ ultimo incontro del 25 giugno, ho dovuto prendere atto della sensibilità del ministro nei confronti del sito piceno. Di Maio ha aperto i lavori evidenziavano testualmente che nel reshoring si notavano tanti più, ma a Comunanza un meno 9%. Un dato importante e pericoloso, poiché è un accordo sottoscritto da tutti, non dobbiamo fare una battaglia di cortile, ma guardare tutto il percorso».
LA UGL SULLO SCAMBIO DI BATTUTE TRA SINDACO E RSU DI FIOM, FIM E UILM
«Ritornando sul problema esodi volontari a Comunanza – dice ancora il sindacalista Ugl – e senza intenzione di alimentare sterili polemiche, vorremmo esprimere un pensiero condiviso dalle Rsu Fabio Capolongo e Orlando Corradetti, su alcune dichiarazioni del sindaco Cesaroni e sulla risposta dei colleghi. Concordiamo con il sindaco quando parla di muoversi nell’ottica di svecchiamento dello stabilimento ed è nostra intenzione attivarci in tal senso, tanto che avevamo richiesto un incontro territoriale a inizio anno che però non c’è mai stato. Però, se il sindaco deve fare i suoi passi, anche le organizzazioni sindacali devono fare i loro. Perciò una volta che il coordinamento nazionale ha tracciato l’accordo sugli incentivi, era un obbligo per le i territoriali del piceno chiedere e ottenere che venissero elargite le somme identiche per tutti, compresa Comunanza. Questo per sanare un’anomalia avvenuta nel precedente accordo, dove su Comunanza erano state date quote nettamente inferiori, poi compensate in parte favorendo le uscite per anzianità. Inoltre, non vogliamo giustificare o giudicare i motivi che hanno indotto i lavoratori a fare la scelta». «Ma questi sono momenti difficili -conclude Armandi- ed è importante che la politica e i sindacalisti facciano gruppo, portando ciascuno le proprie competenze. Il sindaco ha il ruolo istituzionale. Il sindacato, che è l’elemento di congiunzione tra azienda e lavoratori, ha il compito di favorire la coesione, a cominciare da quella tra le rappresentanze delle diverse organizzazioni all’interno dello stabilimento».
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