Tutela dei livelli occupazionali e della rete di vendita a seguito dell’acquisizione del gruppo Auchan/Sma da parte di Conad. Un obiettivo da raggiungere attraverso la costituzione di un tavolo che accompagni il percorso di integrazione fra le due reti di vendita, «salvaguardando quella di Sma Auchan, della Sede e dei Depositi». Sono le richieste del sindacato che la Regione Marche condivide e che porterà all’attenzione del Mise (ministero dello Sviluppo economico), coinvolgendo le due Cooperative Conad che operano nel territorio marchigiano. È quanto emerso dall’incontro odierno, a Palazzo Leopardi, tra le assessore regionali Manuela Bora (Commercio) e Loretta Bravi (Lavoro), con le organizzazioni sindacali regionali e di categoria di Cgil, Cisl e Uil. Al centro del confronto, le preoccupazioni sui possibili impatti occupazionali che potrebbe avere l’acquisizione. La Società BDC Italia, partecipata al 51% dal Gruppo Conad, ha sottoscritto un preliminare per rilevare l’intero pacchetto azionario di Sma e Auchan Spa Italia: quindi tutto il perimetro aziendale comprendente la rete di vendita italiana, i depositi (logistica) e le sedi amministrative, per un totale di circa 18.000 dipendenti diretti e oltre 1.000 indiretti (punti di vendita franchising).
Nelle Marche sono 27 i punti vendita SMA (simply, iperSimply my Auchan) e due Auchan (Fano e Ancona) dove sono impiegati circa 1.100 lavoratori, ai quali si aggiungono i lavoratori occupati presso il deposito di Osimo, la sede amministrativa e i punti vendita in Franchising Sma (77 nelle Marche). «Nel corso dell’ultimo incontro, tenutosi al Mise lo scorso 20 giugno, l’acquirente ha presentato le linee guida del piano industriale confermando tutte le nostre preoccupazioni in merito agli occupati nella regione e alla continuità della rete di vendita locale – hanno dichiarato Joice Moscatello, Selena Soleggiati e Fabrizio Bontà, rispettivamente segretari generali di Filcams Cgil, Fist Cisl e Uiltucs Uil Marche – Siamo fortemente preoccupati perché Il progetto comporta un cambio di modello operativo (da impresa a proprietà unica, succursalista, a impresa a proprietà diffusa), con la suddivisione dei punti di vendita tra le cooperative Conad (Forlì e Ascoli Piceno) e, quindi, tra i vari piccoli imprenditori associati che ne acquisiranno la proprietà, nonché la cessione ad altre catene dei punti di vendita che si sovrappongono con quelli Conad (perché ubicati nelle vicinanze) e di quelli non autorizzati per abuso di posizione dominante. La sede amministrativa e il deposito di Osimo sono invece a rischio di chiusura, con inevitabili ricadute sugli occupati». Da parte della Regione, le assessore hanno condiviso le preoccupazioni sindacali: «È necessario salvaguardare l’occupazione e le reti di vendita. Condividiamo la posizione espressa dalle organizzazioni sindacali. Faremo valere le nostre richieste sui tavoli nazionali, attorno ai quali si gioca la partita dell’acquisizione».
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