di Giampaolo Milzi
Come promesso, dopo 5 anni di nuovo in marcia fino all’ex Casa dei Mutilatini, «sconcertati dall’atteggiamento dell’amministrazione comunale, che da oltre un anno rifiuta ogni dialogo con noi per una questione, quella della eco-rinascita di un immobile di pregio», sparita dalla bussola politica municipale. Si sente tradito, beffato, umiliato, trattato «in spregio della democrazia», il comitato direttivo dell’Associazione di promozione sociale Portonovo per tutti (Aps PxT). Che vede “congelato” il suo minuzioso ed economicamente sostenibile progetto architettonico di massima per la riconversione dell’immobile in un ostello da 55 posti letto e in un centro polifunzionale per l’educazione ambientale e la promozione dei prodotti del territorio. Appuntamento sabato 27 luglio, alle 9 del mattino, a Portonovo, alla rotatoria del parcheggio a monte, per scendere poi fino alla palazzina immersa nel verde a due passi dal mare. Un appuntamento-appello a partecipare a tutti i cittadini «che hanno a cuore le sorti di quel bene comune», perché appunto di proprietà del Comune, «ente che in questi ultimi anni non si è nemmeno degnato della minima manutenzione, abbandonandolo al degrado», quello lanciato in conferenza stampa dal Riccardo Picciafuoco, presidente dell’Aps PxT, e da Andrea Fantini e Moreno Rubini, gli altri due membri del direttivo.
Traditi, beffati, umiliati dal «muro di gomma eretto sulla vicenda dalla sindaca Mancinelli e dal vicesindaco Sediari», i 16 soggetti – tra comitati e associazioni, oltre ai tanti singoli cittadini – che hanno aderito all’Aps PxT (com’è scritto su manifesto e volantini della mobilitazione) per «motivi assurdi e incomprensibili». Per capirli, ecco una sorta di “replay” sugli sviluppi del caso-vertenza. Sviluppi inizialmente positivi. Nel 2017 la Giunta Mancinelli aveva depennato dalla lista dei beni alienabili l’edificio, che era stato ceduto dall’Associazione invalidi civili al Comune anni prima. Allora era sindaco Sturani, l’uso della nuova proprietà era stato definito “socio-culturale, didattico”. E l’edificio era stato perfino inserito nel piano triennale di programmazione municipale per le opere pubbliche. Poi l’inizio di contraddizioni e paradossi. Il Comune emette il bando per la ristrutturazione e gestione dell’ex casa colonica “senza fini di lucro”, tramite affidamento in concessione trentennale a una cooperativa, ad una impresa sociale o a un pool di soggetti socio-economici. Già, senza “fini di lucro”, per fini “sociali-culturali-turistici”. E qui i conti iniziano a non tornare. Picciafuoco e Fantini: «Il bando prevedeva una condizione insensata, capestro: la richiesta al candidato concessionario di una garanzia fideiussoria di ben 4 milioni di euro, una somma altissima, adatta per una operazione speculativa, non certo per una di valore sociale».
Tant’è che il 30 marzo 2018, l’unica compagine di imprese e associazioni (capofila Opera Coop, e poi Marche Global Service srl, Easy Help Società Coop Sociale, Conero Style School Asd, Unione italiana ciechi sezione di Ancona, associazione Riviera del Conero) che presenta in Comune una manifestazione di interesse, pone come condizione che venga fortemente ridimensionata quella condizione capestro. «Noi avevano proposto una fideiussione di 1 milione di euro più 200-250mila euro di impegno per l’eventuale aggiudicatario (la seconda cifra calcolata in base al versamento di 7.500 euro l’anno per ciascuno dei 30 anni della concessione, ndr.)» ha puntualizzato il comitato dell’Aps Pxt. Nulla da fare, il 4 aprile 2018, senza modifiche, il bando va deserto. «E da sindaca e vicesindaco, interpellati da noi più volte, solo promesse, non si sono mai degnati di incontrarci» ha denunciato Picciafuoco. «L’ultima esternazione di Sediari? Insensata, “non ci sono novità”», ha aggiunto. «E invece noi le novità le pretendiamo, esigiamo che la sindaca Mancinelli dica finalmente e pubblicamente come intende sbloccare la questione. Il Comune deve emettere un nuovo bando, ma senza calcolare la fideiussione valutando assurdamente l’immobile 4 milioni di euro, come se fosse già ristrutturato». Il pool con capofila Opera è pronto ad una nuova manifestazione di interesse, sostenuto anche da una cooperativa sociale di promozione turistica. Un pool che vuol sposare il progetto dell’Aps PxT. Quanto alla fattibilità economica dello stesso, si potrebbe facilmente incrementare l’impegno di spesa, oltre il milione e 200-250 mila euro. Picciafuoco: «Il Comune proprietario potrebbe, anzi dovrebbe, darsi da fare per aggiudicarsi uno dei tanti bandi, alimentati da finanziamenti europei, che emette la Regione. C’è ne uno che destina 200mila euro a fondo perduto proprio per interventi di impresa sociale come la nostra…». In conclusione: «Giunta e Consiglio non hanno mantenuto gli impegni assunti con delibere ufficiali. E se dopo la manifestazione del 27 luglio non cambiano rotta, se non ci ascoltano, se continuano nella loro inerzia, che temiamo legata ad una sorta di indecifrabile pregiudizio politico nei nostri confronti, siamo pronti a portare all’attenzione della Corte dei Conti il caso del degrado, volto a cronicizzarsi in futuro, dell’ex Casa dei mutilatini a Portonovo, che è un bene pubblico comune».
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