di Martina Marinangeli
Un intervento faraonico ed unico in regione, della durata di otto anni e dal costo di 22 milioni di euro, per arginare l’eterno problema degli sversamenti in mare. Ancora una volta le amministrazioni di Ancona e Falconara procedono in tandem, questa volta supportate negli aspetti tecnici da Viva Servizi. Il primo step del lungo iter che punta a contenere la frequenza e la portata degli sversamenti nel mare che lambisce le spiagge delle due città è arrivato nei giorni scorsi, quando il consiglio d’amministrazione della società gestore del servizio idrico ha adottato il documento preliminare di progettazione. Ora si passerà alla fase di realizzazione degli interventi, da sviluppare in due tranches: cinque anni per la progettazione e tre per l’esecuzione delle opere. A settembre verrà indetta la gara per i progetti di fattibilità tecnico economica, per un importo di spesa di 1,7 milioni di euro coperti dal finanziamento di 2 milioni arrivato dalla Regione. «Passiamo dalle parole ai fatti concreti: magari con il passo del diesel e non con quello del velocista». La sindaca Valeria Mancinelli scherza sui tempi biblici che ci sono voluti per creare le condizioni necessarie a Viva Servizi per elaborare il documento preliminare di progettazione, ma non manca di rimarcare «l’importanza di questo primo step. Riguardo ad un tema così complicato – ha ricostruito le tappe la prima cittadina – era necessario lavorare insieme al comune di Falconara, visto che il tratto di costa è uno e non può restare nei confini amministrativi. Questo significa condividere la strategie, come abbiamo fatto negli anni scorsi».
Dopo quasi due anni di approfonditi studi e dibattiti con operatori e cittadini, oltre che nelle rispettive sedute consiliari, le due amministrazioni hanno prodotto una deliberazione identica e definito una comune strategia di interventi, sulla base della quale «si è dato mandato, lo scorso anno, a Multiservizi (oggi Viva Servizi) di procedere, passando dalle parole ai fatti. Reperendo, cioè le risorse e procedendo con la progettazione vera e propria. Lo step di oggi – ha concluso Mancinelli – non nasce dal nulla, ma è frutto di un lavoro e ora siamo alla fase della partenza concreta»
«Si è trattato di un percorso complesso e articolato – sottolinea la sindaca di Falconara, Stefania Signorini – durante il quale ci si è confrontati con la cittadinanza, gli operatori balneari e con il consiglio comunale. Lo studio si è avvalso anche dell’apporto dell’Università Politecnica delle Marche, che ha preso atto anche delle caratteristiche geomorfologiche del territorio, non omologabili ad altri Comuni come Rimini, ad esempio. Gli indirizzi stabiliti dai due consigli, congiuntamente, hanno dato più forza ai nostri intenti. Quello di oggi è un punto di arrivo importante»
Ad illustrare i dettagli dell’intervento da 22 milioni – a carico dell’Ato 2 Marche Centro – ci ha pensato il neodirettore di Viva Servizi, Moreno Clementi: «il documento che abbiamo adottato si pone l’obiettivo di contenere la frequenza e la portata degli sversamenti, creando meno disagi possibili a bagnanti ed operatori nel corso della realizzazione delle opere». Per questa ragione, saranno realizzate in tre stralci, che procederanno in parallelo: 9,3 milioni di euro saranno destinati agli interventi su collettori e sollevamenti dei fossi Manarini e della Palombina lungo il litorale di Ancona, 7,1 milioni di euro andranno alla realizzazione di un collettore di gronde a Falconara e relativa vasca di prima pioggia per consentire recapito a Vallechiara e nel fosso della Castellaracia. Altri 5,6 milioni di euro, infine, serviranno per realizzare ulteriori vasche prima pioggia sul litorale di Falconara. «Anche se l’arco di esecuzione dei lavori sarà lungo – specifica Clementi – si opererà in contemporanea e ogni singolo intervento avrà il suo peso nel contenere in itinere il fenomeno degli sversamenti che, peraltro, nel 2018 hanno inciso per il 20% sulla totalità delle 90 giornate definiti balneabili, non oltre, senza dimenticare che i divieti di balneazione sono sempre fissati a titolo preventivo». Per la precisione, circa la frequenza di apertura degli scolmatori, lo scorso anno ci sono stati 17 episodi, di cui nove tra il 1 giugno ed il 31 agosto, trimestre di punta per la balneazione. Nel 2019, inevec, sono stati 16, di cui sei dal 1 giugno al 5 agosto. «Con la gara unica di settembre – conclude Clementi – verranno individuate le figure professionali adeguate dai progettisti (ai quali verrà chiesto anche di individuare eventuali soluzioni alternative) fino alla direzione lavori».
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