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Crisi di governo, Mangialardi (Anci): «Poco cambia per la ricostruzione»

COMMENTO - Il pensiero del presidente dell'Associazione nazionale comuni italiani sullo stato della politica italiana

Mangialardi

 

«Un anno di impegni disattesi a partire dall’assegnazione di ulteriore personale a lavoro sulla ricostruzione. La crisi di governo poco cambierà per la ricostruzione post-sisma».  Sono decisi i toni di Maurizio Mangialardi, presidente di Anci Marche e coordinatore nazionale dei presidenti delle Anci regionali. «Le promesse fatte dal governo e dal Commissario sono state puntualmente disattese e, riguardo alla ricostruzione post sisma, la crisi di governo almeno eviterà a qualcuno di continuare a prendere in giro i cittadini e gli amministratori del centro Italia.  L’Anci si è battuta per mantenere il tema della ricostruzione in cima all’agenda politica ricevendo vane promesse. Attendevamo l’assegnazione di ulteriori 120 unità di personale da aggiungersi ai professionisti già a lavoro e che vantano crediti significativi considerando che i lavoratori vengono liquidati solo a consuntivo e senza alcun tipo di anticipazione ma la centralizzazione imposta dal Governo ha prodotto un immobilismo inaccettabile. Ci era stata assicurata un’accelerazione nella ricostruzione e invece, a tre anni dal sisma, continuiamo a raccogliere un innumerevole quantitativo di appelli di amministratori e cittadini ma troviamo solo interlocutori sordi e ciechi ai nostri appelli e alle nostre soluzioni.  Chissà che la crisi di governo non porti ad un esecutivo in tempi brevi che finalmente si faccia carico del problema e rispetti gli impegni. Andare aventi così significa attendere decenni per la ricostruzione e il Centro Italia ha già pagato un prezzo fin troppo alto».

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