Dalle bancarelle di San Giuliano, patrono della sua città, il maceratese Flavio Corradini commenta il no di Luca Ceriscioli alla primarie ribadito ieri dalla Festa dell’Unità di Pesaro. «Quando a candidarsi è chi ha già governato non si usa lo strumento delle primarie – ha sostenuto Ceriscioli dalla sua Pesaro –. Un partito sa se hai ben governato o no. Se si ritiene che ho governato bene si va avanti. Le primarie non sono un tema».
Intanto è arrivata a 800 firme la petizione “pro primarie” per smuovere il Pd in vista delle Regionali del 2020. Una raccolta firme lanciata da un comitato di cittadini che sostiene la candidatura di Flavio Corradini. «Io ovviamente non condivido questa visione di Ceriscioli e non comprendo come mai il presidente uscente e altri esponenti di spicco del partito come il segretario regionale Gostoli, possano non condividere lo strumento delle primarie come elemento fondamentale per individuare un programma condiviso e le persone più idonee per interpretarlo».
L’ex rettore Unicam ha annunciato l’intenzione di correre alle primarie per la scelta di quello che sarà il candidato governatore del centrosinistra già da qualche settimana. Ma dal Pd ancora nessun segnale, tutto tace. Da Pesaro il messaggio è chiaro: non si vuole il cambiamento e ricandidare Ceriscioli. Ma la voce di protesta si alza da Macerata. «Le primarie sono uno strumento che ha rappresentato un punto di forza per il Pd – aggiunge Corradini – Credo che debba proprio essere il presidente uscente a mettesi in gioco con le primarie che rafforzerebbero la sua personale opinione positiva sull’operato suo e della sua giunta. Vincendo le primarie potrebbe iniziare una nuova esperienza elettorale e auspicabilmente una nuova legislatura con un rinnovato consenso della base del centrosinistra. Almeno così mi comporterei io».
Ma Ceriscioli sembra pensarla al contrario. «Evidentemente teme il confronto» risponde Corradini, che abbiamo incontrato oggi pomeriggio mentre era in giro con la famiglia per la fiera di San Giuliano. Il presidente uscente a Pesaro accanto al no alle primarie si è espresso favorevolmente a un’apertura con i 5 Stelle. «Io sto alimentando il desiderio delle primarie proprio in vista di una coalizione più allargata possibile – prosegue l’ex rettore Unicam – e le primarie risolverebbero anche qualche imbarazzo nei confronti dei pentastellati. Un conto sarebbe l’accordo a tavolino, un altro presentare una grande alleanza di centrosinistra capace di confrontarsi sui programmi e sulle persone. I 5 stelle potrebbero partecipare alle primarie o scegliere chi appoggiare. L’elettorato è stufo degli accordi a tavolino. Serve più partecipazione e un nuovo metodo politico in questa Regione».
(redazione CM)
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