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Bufera in Comune: il Pci
chiede l’istituzione
di una commissione d’indagine

ANCONA - La segreteria cittadina del Partito Comunista Italiano chiede, come hanno già fatto le minoranze consiliari, di approfondire in Consiglio comunale i contorni di una vicenda ancora tutta da chiarire

La polizia durante il blitz a palazzo del popolo di Ancona che giovedì scorso ha portato all’arresto del dipendente comunale per corruzione aggravata

 

«Il quadro che emerge dall’ordinanza di arresto di un dipendente del Comune di Ancona e di quattro imprenditori edili è inquietante anche per la relativa sicurezza di impunità in cui ci si poteva muovere in ambito comunale; e convince poco l’affermazione della sindaca Mancinelli che si sia trattato semplicemente di “una mela marcia”». Il commento arriva dalla segreteria del Partito Comunista Italiano, sezione di Ancona. Il Pci, come hanno già fatto le minoranze consiliari, chiede l’istituzione di una commissione d’indagine dopo l’inchiesta sugli appalti del Comune di Ancona che ha portato all’arresto in custodia cautelare di un dipendente comunale, il geometra Simone Bonci, con l’accusa di corruzione aggravata. «Fatto salvo che le responsabilità penali e gli illeciti amministrativi a carico dei singoli dovranno essere giudicati dalla magistratura competente, ci pare evidente che il sistema di gestione dei lavori pubblici presenta gravi anomalie. – prosegue il comunicato stampa del Pci – Non sembra che possa definirsi “normale” per esempio che dopo un ribasso d’asta del 24,6% per i lavori area laghetti del Passetto, si attribuiscano alle stesse imprese affidatarie con opportune varianti lavori fuori gara con cui rifarsi ad abundantiam del preteso risparmio del Comune. Già un ribasso d’asta così rilevante avrebbe dovuto quanto meno attirare l’attenzione di politici e amministratori».

Il Partito Comunista di Ancona si chiede, pertanto «a questo punto se viene controllato che si rispetti il codice degli appalti, che per i conferimenti diretti prevede limiti di spesa, il principio della rotazione, nonché reali situazioni di urgenza; e come sia possibile spostare fondi da una parte all’altra dei capitoli di spesa, senza che se ne avvedano gli organi politici e amministrativi. Si ritiene adeguato inoltre che in un Comune di centomila abitanti per tutto il settore lavori pubblici sia operativo un solo dirigente ? Ci pare che la preminente preoccupazione della sindaca per l’apparire sulla stampa e l’autopromozione sia a scapito dell’efficienza e adeguatezza dell’azione amministrativa. E’ opportuno quindi che il Consiglio comunale, quale organo di indirizzo e controllo sull’attività amministrativa dell’Ente, possa approfondire e discutere questi aspetti, anche con una Commissione d’indagine, controllo e garanzia, per altro prevista dall’art. 16 dello Statuto del Comune».

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