Licenziamento dell’ex ingegnere capo del Comune di Osimo, la Corte d’appello di Perugia – sezione lavoro mette un punto fermo sul contenzioso durato 17 anni e presenta il conto all’ente locale. Una vicenda complessa e articolata che potrebbe essere arrivata al capolinea. Nel 2014 la Cassazione aveva già riconosciuto come “illegittimo e ingiustificato” il licenziamento del dipendente comunale Franco Mazzocchini, deciso nel 2002 dall’amministrazione comunale dell’allora sindaco Dino Latini (Liste civiche). Il professionista però non poteva essere reitegrato sebbene legittimato dalla sentenza dei togati romani, perchè nel frattempo era andato in pensione. Adesso i giudici umbri, ai quali la Suprema corte aveva rinviato gli atti, hanno quindi calcolato e stabilito il quantum di restribuzioni arretrate che spettano all’ingegnere dall’anno 2002 a quello della sua entrata in trattamento di quiescenza, il 2012, quando ha iniziato a percepire l’assegno pensionistico.
Secondo la sentenza, la Corte d’Appello di Perugia ha stabilito che a Franco Mazzocchini devono essere versati «146 459,59 euro di retribuzioni globali di fatto nette in forza della sentenza resa da questa Corte l’11 giugno 2014» e ha condannato il Comune di Osimo a pagare questa somma «oltre alle relative imposte secondo le modalità previste dalla normativa in materia». Le spese di lite sono state compensate tra le parti relative «quanto alla fase di legittimità davanti alla Corte di Cassazione del 2015» mentre per tutte le altre fasi del giudizio, il Comune dovrà rifondere all’ingegnere «184,23 euro per esborsi; 5.141 euro per diritti e 10.000 euro per onorario, oltre a Iva e Cap come per legge. Per la fase di appello svoltosi davanti alla corte territoriale di Ancona 13 euro per esborsi».
«Purtroppo è una triste notizia per gli osimani. I cittadini di Osimo per scelte errate dell’allora sindaco Latini dovranno pagare per il licenziamento Mazzocchini 150 mila euro più spese processuali, oltre quanto gia’ versato all’ex ingegnere capo del Comune. E’ arrivata oggi la sentenza definitiva» commenta l’attuale primo cittadino di Osimo, Simone Pugnaloni (Pd) che rassicura tutti sulla liquidità del bilancio comunale.«Grazie alle somme accantonate dalla nostra amministrazione comunale- spiega – dovremmo riuscire a pagare senza problemi questi soldi e non avremo necessità di iscriverli tra i debiti fuori bilancio». Il sindaco è inoltre intenzionato a comunicare alla Corte dei Conti il deposito della sentenza per verificare se possa paventarsi un eventuale danno erariale.
Anche il Gruppo consiliare Pd, che sostiene il sindaco Pugnaloni si domanda «adesso chi paga? Di solito chi sbaglia paga e questa volta non possono essere sicuramente i cittadini osimani. La magistratura accerterà le responsabilità ma ormai è sicuro che qualcuno dovrà pagare. La sentenza della Corte di Appello di Perugia conferma l’errore fatto, durante l’Amministrazione Latini, di licenziare l’ex ingegnere capo Franco Mazzocchini. Licenziamento che era già stato definito illegittimo dalla Corte di Cassazione (con sentenza n. 18198 del 29/07/13) e dalla Corte di Appello di Perugia (con sentenza n.97 dell’11/06/14)». Il Pd annuncia di voler fare piena luce su tutta la vicenda, presentando «un’interrogazione in Consiglio comunale, perchè è giusto che i cittadini sappiano quanto è costata nel complesso alle nostre tasche tutta questa storia». Alle ultime somme vanno, infatti, sommate quelle già versate dal Comune nel 2014.
Nel replicare alle accuse, l’avvocato Dino Latini rivendica a se’ la responsabilità politica per aver ridotto nel 2002 «da 6 a 3 i dirigenti del Comune di Osimo, 2 addiritura part time. Il risparmio di spesa è stato enorme e coprirebbe ogni risarcimento per quanto riguarda il licenziamento dell’ing. Mazzocchini». In un nuovo video l’ex sindaco chiarisce che «quella somma è già stata messa nel fondo rischi del bilancio comunale nel 2003, organizzato dall’amministrazione delle Liste civiche non prelevandola dalla tassazione dei cittadini ma dal risparmio di spesa del personale. Era stato un impegno assunto al momento delle elezioni del 1999 e tutti i dirigenti che hanno fatto ricorso per veder confermato l’inquadramento revocato hanno visto le loro cause respinte, con la vittoria del Comune. L’errore procedurale compiuto invece per il licenziamento dell’ing. Mazzocchini trova risposta nella somma che il Comune deve ma che è accantonata. Mi fa specie che l’attuale capo dell’amministrazione comunale (il sindaco Simone Pugnaloni n.d.r.) che è stato con noi nell’amministrazione comunale come assessore al personale negli anni 2004-2005 e che ha condiviso alcune atti importanti di resistenza della procedura Mazzocchini, oggi si erga a paladino di una ulteriore azione calunniosa nei mie riguardi. Lui ha condiviso con noi quella scelta, innovativa per la città, i cui risparmi di spesa sono tali per cui si potrebbero pagare 150 sentenze come questa».
(ultimo aggiornamento alle ore 19)
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