«Licenziamenti illegittimi, assunzioni irregolari. Quanto e’ costato il tutto agli osimani? Non si sa». A domandarlo è il coordinatore osimano di FdI, Maria Grazia Mariani, che nella gestione solleva il sospetto di un «inciucio Pd-Liste civiche» nell’alternanza delle amministrazioni comunali e nella risoluzione dei problemi, anche quello del licenziamento riconosciuto come illegittimo dai giudici per l’ingegnere capo del Comune di Osimo, Franco Mazzocchini. «Nel 2002 l’ingegnere capo del Comune di Osimo veniva licenziato. Sono trascorsi 17 anni ed i giudici hanno definitivamente affermato che l’ingegnere non poteva essere mandato a casa.- ricorda la Mariani in una nota stampa – Non mi occuperò del dramma vissuto in tutti questi anni dal lavoratore per l’ingiustizia subita. Mi limiterò ad analizzare il costo a carico degli osimani. Ad ottobre 2015 le somme corrisposte all’ex ingegnere comunale ammontavano a circa 135.000 euro (dati riferiti a ottobre 2015 dall’assessore Pellegrini ad una mia interrogazione in consiglio comunale). La prima sentenza risale al 2004, quando Pugnaloni era assessore al Bilancio con l’amministrazione Latini».
La Mariani sottolinea quindi che «con l’ultimo provvedimento reso noto ieri dal sindaco Pugnaloni, i giudici hanno condannato il Comune di Osimo a pagare (sembrerebbe) ulteriori somme per quasi 200mila euro. A tali importi vanno sommate le spese legali e peritali sostenute dal Comune di Osimo in 17 anni e 3 gradi di giudizio. Insomma non sappiamo esattamente quanto è costata tutta la storia, ma possiamo immaginare si tratti di una bella cifretta. E’ davvero singolare che Pugnaloni non voglia portare la questione sui banchi del consiglio comunale. Ha dichiarato infatti che non adotterà una delibera di riconoscimento del debito fuori bilancio. E’ una questione molto tecnica che proverò a spiegare in maniera semplificata. In caso di sentenza di condanna a danno di un Comune, si applica l’istituto del riconoscimento del debito fuori bilancio prescritto dall’art. 194 del TUEL che consiste nell’adozione di una delibera di consiglio comunale da sottoporre al parere del Collegio dei revisori dei conti con l’obbligo di trasmissione alla Corte dei conti. Non si può derogare da tale disposizione neanche qualora vi sia già una disponibilità finanziaria sui pertinenti capitoli di bilancio (punto n. 105 del principio contabile n.2)».
Dal punto di vista politico, secondo il coordinatore di Fratelli d’Italia, pertanto «se il Sindaco Pugnaloni non intende adottare tale strumento significa che non vuole rendere noti i costi e i nomi delle persone coinvolte. Forse teme la discussione in Sala Gialla? Oppure vuol tutelare qualcuno? Stessa cosa sul caso dei lavoratori irregolari alla Asso, questione caduta ormai nel dimenticatoio. Entrambi i casi vedono coinvolto il governo delle Liste Civiche. Perdonatemi ma pensare all’inciucio è spontaneo».
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