Il Laboratorio Sociale Fabbri di Fabriano è pronto ad organizzare un corteo di protesta ad Ancona in difesa della sanità del territorio montano. Una manifestazione in piazza Cavour, aperta a tutti, potrebbe essere il secondo passaggio per far sentire la propria voce dopo la raccolta di firme attuata con l’Associazione Fabriano Progressista e il Comitato in difesa dell’ospedale ‘Profili’ per sensibilizzare la città sul progressivo smantellamento della sanità pubblica. «Sappiamo dell’imminente calendarizzazione in Consiglio regionale del Piano Sanitario Regionale che, se approvato nell’attuale forma, potrebbe rappresentare il capolinea della sanità montana. A fronte di questo rischio- scrive in una nota il centro sociale Fabbri – e raccogliendo le istanze degli oltre 1.500 abitanti del comprensorio che in queste settimane hanno aderito alla campagna (e degli oltre 10.000 che negli scorsi mesi hanno firmato in favore della salvaguardia dei servizi ospedalieri dell’entroterra montano) siamo ora a chiedere una chiara e forte presa di posizione da parte di tutti i sindaci del territorio».
Nello specifico, l’associazione chiede ai sindaci dell’area montana che si sono già confrontati nel consiglio comunale a tema sanità dello scorso 13 gennaio «di organizzare ciascuno nel proprio Comune uno o più autobus che possano favorire la partecipazione delle popolazioni locali a un corteo da tenersi entro quindici giorni, di sabato mattina, nel capoluogo regionale, con partenza dal porto e arrivo in piazza Cavour, dove si potrà essere ricevuti in delegazione dai gruppi consiliari». Intanto per stasera, 20 gennaio, dopo la seduta consiliare monotematica disertata dai vertici regionali e della sanità, Gabriele Santarelli, primo cittadino di Fabriano, ha convocato in città la prima riunione dei sindaci in preparazione degli Stati Generali dell’Entroterra «che dovrà avere come obiettivo – scrive – la stesura di un documento programmatico da far sottoscrivere ai candidati alle prossime elezioni in Regione». C’è l’intenzione di chiedere alla Regione di dare all’ospedale Profili centralità per l’entroterra montano, svicolandolo dallo schema di ‘cordata’ oggi attivo con gli ospedali di Jesi e Senigallia.
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