di Martina Marinangeli
Trasferta romana per capire come velocizzare il progetto dell’ampliamento della Fincantieri e fare il punto sul bradipico iter per la realizzazione dell’uscita Nord. La sindaca Valeria Mancinelli incontrerà la ministra alle Infrastrutture, Paola De Micheli il 12 febbraio, cercando di tornare a casa con qualche certezza in più. Il summit ruoterà in particolare attorno alla questione Fincantieri, messa in stand by dalle osservazioni dell’Avvocatura di Stato, ma l’occasione è troppo ghiotta per non parlare anche della titanica impresa – se ne parla da oltre 20 anni – di collegare il porto con la Ss16.
«Spero che su queste questioni la ministra De Micheli ci stupisca, come aveva detto», commenta la prima cittadina.
Per quanto concerne il dossier Fincantieri, il progetto da 80 milioni – 40 milioni a carico di Fincantieri e 40 a carico dello Stato – punta al raddoppio di capacità produttiva attraverso l’ampliamento del bacino del cantiere per consentire di lavorare navi di categoria superiore fino a 300 metri di lunghezza, e per creare un’altra banchina in modo da poter lavorare su due navi di quella taglia. L’Autorità portuale ha già avuto incontro a Roma sulla questione il 16 gennaio al ministero delle Infrastrutture e «sia il capo di gabinetto del ministro che il direttore generale sembrano aver capito importanza ed urgenza dell’opera. Si sta cercando di farla diventare una delle priorità anche del governo», fa sapere il presidente dell’Ap, Rodolfo Giampieri. Gli step per portare a casa l’importante partita che raddoppierà anche i posti di lavoro partono proprio dal superamento dell’osservazione dell’Avvocatura, per poi passare all’accordo di programma con il Mit per la formale erogazione del contributo pubblico all’Autorità portuale ed arrivare all’avvio della procedura di rilascio della concessione demaniale. Quest’ultimo atto si è già perfezionato nel 70% perché la pubblicazione della domanda di concessione (per 40 anni a partire dal 2022, anno di scadenza dell’attuale concessione) di Fincantieri, avvenuta in ambito comunitario sotto forma di gara, non ha originato concorrenti. Quindi per l’Ap, una volta acquisito il finanziamento, si tratta di attivare una procedura di rilascio di concessione routinaria. Meno lineare il percorso dell’uscita Nord, progetto dal costo di oltre 97 milioni di euro che vedrà la luce – se tutto fila liscio – tra oltre 5 anni, 65 mesi nello specifico. Tutta la partita del nuovo asse di accesso alla città da Nord consta di tre interventi: uno riguarda l’interramento con gli escavi del porto di Ancona e la creazione del lungomare Nord, il secondo riguarda appunto la bretella di collegamento ed, infine, il raddoppio della Statale 16. Per quest’ultimo, il progetto definitivo è già approvato e finanziato, e l’Anas ha in corso la procedura di esproprio dei terreni, finita la quale effettuerà la gara per i lavori. Per quanto riguarda il lungomare Nord, c’è il progetto definitivo approvato, il finanziamento è già totale, e la Valutazione di Impatto Ambientale da parte della Regione è stata trasmessa al ministero dell’Ambiente. Rfi, soggetto incaricato dell’appalto e del procedimento dei lavori, ha pronto il progetto esecutivo e si andrà a gara entro l’anno. La questione aperta è quella della bretella, con Anas che deve fare la progettazione. Dopo la battuta d’arresto in seguito ad alcune osservazioni sul fatto che una delle due gallerie previste sarà costruita nella zona della frana, Mancinelli era corsa a Roma lo scorso 21 ottobre per accertarsi che non si cambiassero le carte in tavola, ricevendo rassicurazioni da De Micheli e dal Provveditorato per le opere pubbliche. Il 12 febbraio si cercherà di capire se alle rassicurazioni farà seguito anche un’accelerata da parte di Anas.
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