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Mascherine e guanti:
un migliaio di candidati
al concorso per infermieri

ANCONA - Il Coronavirus non ferma la prova scritta tenutasi questa mattina al Palarossini. «E' importante avere una graduatoria utile per assumere personale da inserire nei nostri reparti che ne hanno bisogno»

 

di Alberto Bignami

Erano un migliaio questa mattina i candidati che sono andati a sostenere la prova scritta finalizzata alla formazione di idonea graduatoria a tempo determinato per infermieri, tenutasi al Palarossini alle 9. La prova non è stata infatti rimandata ma si è tenuta regolarmente adottando però tutte le misure di prevenzione quali: le distanze delle persone nel palazzetto non inferiori ad un metro, e la distribuzione di mascherine e guanti sia al personale addetto alla sorveglianza che ai candidati che ne facevano richiesta.
«Oggi è un giorno importante come è importante anche per i colleghi che sono qui – ha detto Rosalia Mercanti, dirigente professioni sanitarie infermieristiche degli Ospedali Riuniti di Ancona -. Per loro il bisogno di trovare un posto di lavoro a tempo determinato, per noi è importante perché così possiamo avere una graduatoria utile per assumere personale da inserire nei nostri reparti che hanno bisogno di loro. Purtroppo questa cosa è accaduta in un momento che nessuno poteva pensare perché quando abbiamo messo in essere la procedura, non era pensabile che avremmo impattato con i tempi del Coronavirus. Quindi – ha aggiunto – consapevoli di questa situazione, abbiamo creato le condizioni per dare, a tutti i colleghi che sono qua, una mascherina oltre ai guanti per proteggere le mani. Non c’è poi un contatto stretto durante la prova perché i candidati sono distanziati uno ogni due posti. C’è dunque tutto il percorso di sicurezza – ha ribadito – e loro sono anche degli infermieri, non dimentichiamolo. Questo vuol dire che sono persone che hanno studiato e hanno delle competenze e sanno – ha concluso – come gestire queste situazioni».

A giudicare dalla presenza dei candidati, nessuno sembra essersi tirato indietro per timore del Coronavirus. «Che ci fossero un po’ meno persone lo speravamo – dicono Emilia Gambuto e Noemi Fabbretti -. Non ci spaventa comunque questo esame o le modalità con le quali viene svolto. Piuttosto – commentano – è l’idea un domani di trovarsi di fronte ad un tampone positivo e doversi per forza vedere in quarantena perché si è stati a contatto col paziente. Troviamo comunque che la prevenzione adottata oggi – continuano – sia giusta». Noemi Fabbretti inoltre «pur sapendo che avrebbero distribuito la mascherina, ho deciso di portarmene anche una da casa».

«Avrei trovato più giusto rimandare l’esame – dice Michele Fioravanti -. Le mascherine lasciano il tempo che trovano. Nonostante ciò, sono venuto ugualmente perché è un esame importante».
E’ arrivata dall’Inghilterra invece Beatrice Gabaldo. «Sapevo di guanti e mascherine perché abbiamo letto la circolare. Siamo comunque tutti appartenenti al personale sanitario e sappiamo che bisogna far di tutto per evitare il più possibile il contagio. Mascherine e guanti, anche se a discrezione del candidato, credo verranno comunque utilizzate».
Ci si chiede se tutti i 1479 candidati si siano presentati e se, chi non l’ha fatto, possa pensare ad un ricorso perché convinto che la prova si sarebbe potuta rimandare visto il periodo che si sta vivendo.

«Non temiamo ricorsi – ha risposto Antonello Maraldo, direttore amministrativo dell’Azienda Ospedali Riuniti di Ancona – perché abbiamo rispettato tutte le norme vigenti; sia quelle che attengono alle procedure concorsuali e anche quelle che riguardano le ordinanze sia nazionali che ministeriali e, da ultimo, l’ordinanza regionale. Abbiamo immaginato che questa fosse la scelta migliore nonché una scelta necessaria – ha concluso -. L’Azienda Ospedaliera, da gennaio al 30 aprile perderà diverse persone e si trattava di valutare quale fosse il comportamento più corretto, ma anche il male minore perché presentare delle strutture sanitarie sguarnite di 70 o 80 persone, probabilmente esporrebbe i cittadini a un rischio maggiore». Dunque, lo svolgimento dell’esame è stato necessario e comunque si è svolto con tutte le precauzioni che dovevano adottarsi in questo caso.

(foto Giusy Marinelli)

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