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«Non credo al Coronavirus»
Scatta l’esposto contro Vittorio Sgarbi

PRESENTATO questa mattina in varie procure d'Italia dall'avvocato senigalliese Corrado Canafoglia per conto del Patto Trasversale della Scienza. Al centro, c'è un video diffuso dal critico d'arte il 9 marzo in cui viene messa in dubbio la pericolosità del virus e la sua stessa esistenza: «Se siete a letto, andate in giro e visitate Codogno»

Foto d’archivio

 

Dubbi sulla pericolosità del Coronavirus e sulla sua stessa esistenza: scatta l’esposto contro Vittorio Sgarbi. A presentarlo questa mattina in varie procure d’Italia, tra cui quella di Ancona, è stato l’avvocato senigalliese Corrado Canafoglia per conto del Patto Trasversale per la Scienza, un’associazione di composta da scienziati, medici, paramedici, giornalisti e giuristi. Il legale rappresentante è il professore Pietro Luigi Lopalco, nominato recentemente in Puglia capo dell’emergenza epidemiologica. All’interno dell’associazione c’è anche il pesarese Roberto Burioni. L’esposto è stato presentato affinchè la procura indagati sulla presenza di eventuali profili di reato legati al video diffuso sui social dal critico d’arte e deputato ferrarese lo scorso 9 marzo. Si tratta di un video di poco più di 8 minuti, in cui Sgarbi manifesta i suoi dubbi circa l’esistenza e la pericolosità del virus. «Non riesco a capire come si voglia improvvisamente convincere gli italiani che esiste un pericolo che non c’è. E’ tutta la vita che d’inverno prendiamo raffreddori e  influenze, è tutta la vita che persone si ammalano di malattie respiratorie quindi hanno raffreddori, tossi, talvolta perfino polmoniti e non c’è niente». Nel video, Burioni viene additato come un «santone, un guru» e uno «stregone». E ancora: «Tutti voi sapete, anche quelli che stanno a Codogo, che non c’è nessun pericolo di nessun tipo che debba cambiare la nostra vita e che andando in giro non ti capita un c…».

L’avvocato Canafoglia

«Allora io voglio dire che non credo al Coronavirus. Ci sarà qualcosa dietro. Qualcosa che vorranno far passare, non so cosa ci sia» L’invito finale di Sgarbi:  «Non preoccupatevi, non preoccupatevi, fra 15 giorni sarà  finito tutto, tutto.  Bene, se siete a letto, se siete a letto, Alzatevi! Alzatevi! Andate in giro, andate a  Codogno, andate a vedere».  Secondo quanto scritto nell’esposto «Il contenuto del video – ma anche degli altri pubblicati da Sgarbi sul suo profilo Facebook – non può essere  derubricato a mera iperbole provocatoria , posto che lo stesso Sgarbi ammette nel video  “non scherzo”,  per cui le sue parole non vanno considerate come mera provocazione dialettica, né può costituire una  semplice espressione del libero pensiero tutelato dall’art. 21 della Costituzione Italiana». La condotta di Sgarbi, «è particolarmente grave perché inficia l’azione informativa e regolatrice delle istituzioni pubbliche diretta a contenere la diffusione del virus e a salvare quante  più vite possibili, soprattutto tesa a convincere i cittadini a tenere comportamenti corretti in questa  fase critica della pandemia». Nell’esposto sono indicati una serie di ipotesi di reato: dall’istigazione a delinquere e a disobbedire alle leggi, a pubblicazione o diffusione di notizie false, esagerate o tendenziose, atte a turbare l’ordine pubblico.

(fe.ser)

 

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