Avrebbe compiuto 86 anni a settembre Rosa Regini. Non si era mai sposata, non aveva figli e dal 1985 era ospite della casa di riposo ‘Mordini’ di Castelfidardo, la sua città. Aveva scelto di andare a vivere lì per la serenità e per la qualità del servizio che da decenni garantisce agli anziani quella residenza protetta. Rosa, che aveva patologie pregresse, è stata contagiata dal Coronavirus ed è morta nella tarda serata di mercoledì scorso all’Inrca dove era stata ricoverata d’urgenza appena 5 giorni prima. E’ il primo decesso riconducibile al Covid 19 registrato nella città della fisarmonica e oggi i suoi familiari le hanno reso l’ultimo saluto al cimitero di Sirolo con l’amarezza di non averla potuta più riabbracciare. «Quella casa di riposo accoglie più di 100 ospiti. Mia zia è morta per il Coronavirus e nessuno ce la ridarà più, ma se magari qualcuno ci avesse comunicato per tempo qualcosa, avremmo potuto anche decidere di portarla via da lì». La rabbia dei parenti emerge con forza dalla parole di Marta, la nipote di Rosa, agente della Polizia locale di Porto Recanati. Preoccupata dalla notizie sui decessi e sul focolaio di Coronavirus scoppiato alla casa di riposo di Cingoli, Marta vorrebbe allontanare dalla sua mente le ipotesi più dolorose.
«E’ da una settimana che io e mia cugina sentiamo il dovere di segnalare questa situazione. – dice al telefono con la voce incrinata dalla commozione – Non so dove nostra zia abbia potuto contrare l’infezione, di fatto è stata uccisa dal Covid 19 e fino a 5 giorni prima di morire era ospite della casa di riposo di Castelfidardo. Credo che sia doveroso e importante svolgere tutte le verifiche necessarie a tutela degli alti ospiti che ci vivono ancora. – rimarca – Sono tante le famiglie preoccupate per i propri cari ricoverati lì, ma da 20 giorni a nessuno è permesso entrate per via delle restrizioni imposte dai decreti del governo dopo la dichiarazione di pandemia. Mi rivolgo al sindaco di Castelfidardo, la prima autorità sanitaria della città: vada al più presto a svolgere un’ispezione al ‘Mordini’ con medici, carabinieri o polizia locale».
Le nipoti hanno visto per l’ultima volta Rosa a febbraio quando era stata ricoverata all’ospedale di Osimo. «All’Inrca non è stato possibile avvicinarla. Ci chiamavano dall’ospedale per tenerci informati sul decorso clinico – ricorda Marta Regini che ha già contattato un legale – Venerdì 13 è entrata all’ospedale geriatrico di Ancona e dai sintomi che accusava i medici hanno subito intuito che poteva trattarsi del Coronavirus. L’hanno sottoposta a tampone ed il giorno successivo il referto ha confermato che era stato contagiata. La domenica mattina ci hanno preannunciato che era in fase terminale. Mercoledì sera, alle 23 ci è stato comunicato il decesso. Nei giorni precedenti alla sua morte avevo anche chiamato i colleghi del Comando di Polizia locale di Castelfidardo per capirci qualcosa. Mi era stato confermato che anche il sindaco Roberto Ascani aveva provato ad accertarsi della situazione nella casa di riposo ma essendo la struttura gestita da una cooperativa, non era riuscito a capire l’entità del problema. Dal Comune di Castelfidardo ci hanno anche telefonato per verificare se mia zia sia morta per contagio da Coronavirus. Ci sono i certificati medici a confermarlo e adesso non c’è da perdere tempo».
Impossbile contattare la direzione della casa di riposo. Il personale sarebbe ridotto all’osso in questo momento, per assenza di diversi dipendenti in malattia, spiegano al telefono. Gli operatori stanno aspettando le nuove mascherine e le protezioni di sicurezza garantite dalla Regione ma hanno assicurato al Comune di aver attivato tutte le misure precauzionali per tutelare la salute degli ospiti, molti a letto con sintomi febbrili. Gli anziani sono stati pertanto separati e alloggiati in due diverse ale della struttura proprio per limitare i contatti. Questo è quanto è riuscito ad accertare il sindaco Roberto Ascani, dopo telefonate e richieste scritte inviate alla cooperativa nel tentativo di fare chiarezza sulla vicenda e di rassicurare i familiari degli anziani. «Abbiamo appreso proprio oggi pomeriggio che 22 degenti, come avevamo richiesto, saranno sottoposti a tampone di massa. Fin dallo scorso 12 marzo, ho contattato la direzione della casa di riposo per avere risposte e inviato una richiesta scritta con una lunga serie di quesiti per capire come viene gestita questa fase di emergenza sanitaria. – conferma Roberto Ascani – La struttura non è più di proprietà comunale e diventa difficile interagire considerato che la residenza per anziani deve eseguire le disposizioni dell’Asur, non del Comune. Comprendo i sentimenti dei familiari, ma non ho facoltà di guidare un’ispezione all’interno della ‘Mordini’. Anche ieri abbiamo richiesto i chiarimenti necessari alle autorità competenti ed ho deciso di inviare una segnalazione per scrupolo all’Asur e ai carabinieri, stamattina per conoscenza anche alla Procura. – sottolinea il sindaco- I nostri Servizi sociali stanno anche cercando di fare da tramite con i familiari degli ospiti che a ragione vogliono sapere come stanno i propri genitori. Per loro ha casa di riposo ha attivato in queste ore un numero telefonico da contattare per ricevere informazioni. Da quello che abbiamo appreso però, la situazione non sarebbe allarmante. Tre operatori sono assenti dal lavoro, uno è in isolamento preventivo ma anche oggi sono stati eseguiti nuovi tamponi tra gli ospiti, risultati tutti negativi. L’unico caso di contagio da Coronavirus, rilevato oltre a quello dell’anziana deceduta, è ricoverato in ospedale da giorni quindi lontano dalla struttura che in via prudenziale ha anche assunto un medico da affiancare a quelli di famiglia dei singoli ospiti».
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