«Un caloroso abbraccio a tutta la cittadinanza culla della mia vita meravigliosa, vi lascio il mio ricordo e la mia benedizione. Grazie a tutti». Il suo epitaffio ha voluto che fosse scritto sul manifesto funebre. Giancarlo Schiavoni, socio fondatore della Comelit, ha contribuito a fare la storia industriale di Castelfidardo. Era ospite della casa di riposo ‘Mordini’ ed è morto stamattina all’età di 81 all’Inrca di Ancona, dopo il ricovero in urgenza avvenuto nei giorni scorsi. I suoi funerali non avranno luogo «perchè un nemico invisibile ci ha colpito negli affetti più cari» scrivono i familiari nell’annuncio funebre. Il nemico invisibile è il Coronavirus che ha già mietuto tra le sue vittime solo 4 giorni fa un’altra fidardense, la 85enne Rosa Regini che, come l’imprenditore, viveva nella residenza protetta per anziani. Per i familiari dell’81enne stamattina si è ripetuta la dolorosa procedura di non poter nemmeno vedere chiudere la sua bara. Non hanno potuto salutarlo o parlarci all’ospedale, non hanno potuto piangere nella camera mortuaria quella esistenza che si è spenta in solitudine.
Salgono quindi a due i decessi registrati nella città della fisarmonica collegati al contagio da Covid 19. Giancarlo Schiavoni era stato intraprendente, lungimirante e molto attivo nella sua vita. Si era speso con impegno anche per far crescere Confindustria, l’associazione di categoria dove per decenni era stato parte attiva come componente del Comitato territoriale delle Valli dell’Aspio e del Musone. Aver creato la Comelit, società che produce alimentatori e trasformatori, era stato però il suo progetto di vita. Un’azienda nata a gestione familiare che oggi è leader di settore. è internazionalizzata con filiale in Cina e vanta un fatturato milionario. Nel corso degli anni Schiavoni non si era mai perso d’animo di fronte alle difficoltà, nemmeno quando nel 2006 il capannone del Cerretano aveva subito ingenti danni dall’alluvione che aveva colpito anche le aziende dell’area industriale di Castelfidardo.
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