«Michela, lo dico a nome del Governo, ma sono sicuro che tutti i membri del Parlamento potranno ritrovarsi in questo impegno: noi non ci dimenticheremo di voi, di queste giornate così rischiose e così stressanti». Così il premier Giuseppe Conte, nella seduta odierna della Camera, ha risposto alla lettera aperta scritta il 19 marzo da Michela Venturi, infermiera di 29 anni dell’area Covid dell’ospedale di Senigallia. L’infermiera l’aveva postata sul suo profilo Facebook, usando parole di sfogo, talvolta di rabbia, per dipingere la situazione in cui si trovano a lavorare molte categorie in ambito sanitario. La frecciata era stata dura: «Il mio lavoro vale molto di più di 100 euro» aveva scritto Michela al premier. Oggi, la risposta di fronte ai membri del Parlamento: «Nei giorni scorsi – ha detto Conte – mi ha scritto Michela, un’infermiera che lavora nel reparto Covid dell’ospedale di Senigallia. Una lettera pubblica, molti di voi l’avranno letta. Con grande dignità mi ha chiesto che i rischi e gli sforzi che lei e i colleghi si stanno assumendo in questi giorni non siano dimenticati quando l’emergenza sarà finita. Ecco, Michela, noi non ci dimenticheremo di voi». Ha fatto seguito un lungo applauso della Camera.
«Sa Signor Presidente Conte – aveva scritto Michela – ho letto la bozza del decreto emanata in questi giorni per far fronte a questa maxi emergenza e mi ha colpito molto la parte dei 100 euro di premio agli operatori sanitari, 100 euro esentasse. Sa Signor Presidente Conte, io ringrazio Lei e il Governo tutto ma vorrei dirle che io non li voglio….no no davvero, grazie mille ma non li voglio. Sa Signor Presidente Conte, i miei turni vanno dalle 7 alle 10 ore. Sa Signor Presidente Conte, nonostante la popolazione di Senigallia continui a portarci doni culinari per ringraziarci, io, durante i miei turni, non bevo e non mangio perchè ho paura che con un solo gesto sbagliato e fatto in un piccolo momento di distrazione, io possa infettarmi e di conseguenza infettare altre persone di questa nazione. E allora ogni tanto ho un calo di zuccheri e di pressione ma rimango comunque in piedi a fare il mio lavoro e non mollo». E ancora: «Signor Presidente Conte io La ringrazio davvero della sua proposta ma rinuncio volentieri ai miei 100 euro e le dico di tenerseli, non per essere maleducata ma perchè vorrei che lei, portandomi veramente rispetto, usasse quei soldi per farmi una promessa, vorrei che Lei, dall’alto del suo ruolo che io rispetto e che credo lei stia ricoprendo con onore e dedizione, mi dicesse: “finito tutto questo, non ci scorderemo di voi come spesso accade, di voi che oggi avete dato tutto e di più per questo popolo che amate e siete rimasti in piedi nonostante tutte le difficoltà e non avete mai mollato, e vi prometto che finito tutto questo, prenderemo il vostro contratto collettivo nazionale, lo miglioreremo mettendo mano sia alla parte normativa che alla parte economica, ascolteremo i vostri sindacati con i quali contratteremo e che ci porteranno le vostre rimostranze. io, il Signor Presidente ve lo prometto!”
Sarebbe tanto bello, ma tanto tanto, quando tutto sarà finito….perchè tutto questo finirà e andrà tutto bene e speriamo che ce la caviamo!».
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