«La carenza dei DPI, specie nei nosocomi classificati Covid, che ospitano per la maggior parte pazienti positivi al virus, è diventata insostenibile, spesso sono gli stessi lavoratori che scelgono con criterio quale dispositivo indossare per lasciare quello ritenuto “più efficace” al collega successivo, questo accade per la scelta tra la tuta integrale o il camice, tra la mascherina FFP2 o FFP3 ecc. Non è ammissibile, è disumano che i sanitari debbano rimanere sul posto di lavoro per più di otto ore senza poter bere, mangiare o accedere ai servizi igienici, il tutto per la stessa motivazione già citata, il numero eseguo di DPI. Non è un caso che poi ci sono malori e cedimenti psicologici». Così la Fp Cisl sulla situazione del personale sanitario che opera all’interno dell’Area Vasta 2. Sarebbero carenti sia mascherine che i tamponi a cui sottoporre gli operatori. Secondo il sindacato, «La situazione va assolutamente rivista, vanno dati DPI in numero congruo affinché possa essere prevista almeno una pausa di pochi minuti, per le fisiologiche necessità e bere un bicchiere d’acqua. I DPI adeguati vanno distribuiti a tutti i lavoratori che hanno possibili contatti con i pazienti e con le strutture, dai tecnici al personale che distribuisce il materiale e nei reparti/servizi classificati no Covid, nonché al personale che opera sul territorio, perché anche lì il rischio di contaminazione è alto. Inascoltate tutte le richieste di fare il tampone al personale che lavora, con priorità a chi presta la propria attività nei reparti Covid necessari per ridurre il contagio». Per il sindacato sarebbe da implementare anche l’applicazione del lavoro agile per il personale tecnico e amministrativo.
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