«L’Italia ha bisogno di un’accelerazione sulle costruzione di infrastrutture , una garanzia alle imprese di un sistema di finanziamento per le effettive necessità e che sostenga i progetti più innovativi, assicurare una ripresa dell’economia alleggerita dalla zavorra della burocrazia». Ne sono convinti i Giovani Imprenditori della Cna che, in una presidenza nazionale, hanno stilato una check list per le istituzioni per fronteggiare la grave emergenza in corso. «Accanto a quella umana, infatti, c’è la tragica crisi economica. – ricorda una nota stampa dell’associazione di categoria – Guarda avanti, al “dopo”, il raggruppamento di imprenditori under 40 della Cna, quando servirà aumentare spesa pubblica e privata in ricerca e sviluppo in tutti gli ambiti anche per garantire, in futuro, la sicurezza dei cittadini. Servono interventi coraggiosi, imponenti e tempestivi da parte delle istituzioni per evitare danni irreparabili al sistema delle imprese e allo stesso tessuto sociale».
Cna Giovani Imprenditori chiede di irrorare il sistema economico italiano di liquidità per evitare mancati pagamenti al 94% delle imprese italiane, garantire la sopravvivenza a tantissime imprese italiane e consentire una ripartenza immediata. «I piccoli sono sempre stati abituati a non fare affidamento sugli altri, ma a lavorare con le proprie forse e a fare affidamento solo sui propri mezzi – dichiara Giacomo Mugianesi responsabile Giovani Imprenditori Provincia di Ancona – hanno, più che mai, bisogno di coraggio e supporto, ma soprattutto, serve un piano per il futuro, un piano da attuare non appena l’attuale situazione di emergenza sanitaria sarà alle spalle, linfa vitale per il mantenimenti del nostro sistema economico». Dopo aver messo in sicurezza la salute di tutti e non appena riaccenderemo il motore dell’economia sarà necessario uno sblocco immediato dei cantieri vecchi e l’avvio dei nuovi. I giovani conoscono la crisi, rimarca la nota della Cna, «molti hanno avviato le proprie imprese nel pieno della bufera economica, in un sistema costellato di ostacoli. E oggi si ritrovano senza paracadute: rischiano di dover chiudere non per una cattiva gestione della propria attività, ma per lo stato emergenziale. Finita l’emergenza, senza le giovani imprese, il Paese rischia di ritrovarsi senza futuro».
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