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Focolaio nel reparto ‘non Covid’
di Medicina dell’Inrca-Osimo:
infettati pazienti, medici e infermieri

OSIMO - Stamattina i casi di positività erano 12: i 6 pazienti sono stati trasferiti all'Inrca di Ancona e in altre strutture ospedaliere mentre gli operatori sanitari sono in quarantena domiciliare. Il dg Gianni Genga: «Non ci voleva ma questo è un virus particolare e non sono bastate tutte le misure preventive attuate. Ora stiamo cercando di capire da dove è partita la catena del contagio»

Il dipartimento di Medicina dell’ospedale di Osimo

 

 

Un focolaio di contagi è stato isolato tra domenica e lunedì nel reparto ‘non Covid’ di Medicina dell’ospedale Inrca-Osimo. Fino a stamattina erano 12 gli infettati: 6 pazienti e 6 operatori, tra medici, infernieri e Oss. Per arginare la diffusione del virus è stato disposto subito un nuovo screening su tutto il resto dei ricoverati e del personale. Stamattina a darne notizia in diretta facebook è stato il sindaco Simone Pugnaloni che, dinnanzi all’aumento dei casi di positività in città ha redarguito  con forza i concittadini pregandoli di non uscire di casa.«Il dg dell’Inrca mi ha comunicato la novità e risolveranno in breve tempo il problema. A tutti voi ripeto restate a casa. Basta andare al supermercato due volte al giorno» è stato il rimprovero del primo cittadino di Osimo.

Gianni Genga

I degenti risultati positivi al tampone, 6 anziani, sono stati trasferiti all’ospedale dell’Inrca di Ancona e in altre strutture ospedaliere mentre gli altri ricoverati risultati negativi al test ma che condividevano la stessa corsia, sono stati tutti spostati nei letti dell’ex Pneumologia, l’altra ala del reparto, in attesa di sanificare le stanze di Medicina, ora chiuse. I sei casi di positività riscontrati, fino a stamattina, tra gli operatori sanitari, gli  infermieri e gli Oss, sono stati invece avviati alla quarantena domiciliare essendo asintomatici. «Certo, non ci voleva ma abbiamo agito in fretta. – spiega il dg dell’Inrca di Ancona, Gianni Genga – Abbiamo cercato di essere molto attenti e scrupolosi anche per l’ospedale di Osimo, ma evidentemente non sono bastate le misure di prevenzione messe in atto. Stiamo anche cercando di capire la catena del contagio da dove può essere partita e abbiamo già delle prime ipotesi. Il Covid 19 è un virus molto particolare: può succedere che vengano fatti tamponi ai pazienti ma che nei periodi ‘finestra’ diano esito negativo».

La tenda del pre-triage con l’ospedale da campo montata sul piazzale esterno dell’ospedale di Osimo

L’intervento di trasferimento dei pazienti infettati si è concluso solo poche ore fa. «Stanotte abbiamo provveduto a sistemare nelle strutture più idonee i pazienti positivi. – conferma il direttore dell’Inrca – C’è stata anche una collaborazione totale all’interno del nostro istituto ma anche con l’Asur. L’obiettivo era quello di sistemare in regimi assistenziali più adeguati le persone risultate positivo al tampone e allo stesso tempo ripristinare al più presto il reparto dell’ospedale di Osimo come sede ‘non Covid’ perché qui continuiamo a svolgere attività importanti per malati con altre patologie non indifferibili, ad esempio le operazioni per il piede diabetico, che prima veniva svolte all’Inrca della Montagnola. Poi abbiamo messo in isolamento il personale ed è scattato tutto il percorso Asur per risalire alla filiera dei contatti intrattenuti negli ultimi giorni con familiari, amici colleghi».

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La criticità è stato subito circoscritta, insomma, e la situazione sembra essere sotto controllo. Gianni Genga cerca di essere ottimista.«Al momento all’ospedale di Osimo siamo in grado di assistere una sola corsia di Medicina fino ad un massimo di 15 pazienti. Abbiamo ancora riserve di personale ma stiamo anche proseguendo con gli arruolamenti. Il problema è che gli Oss non si trovano facilmente. Guardiamo con fiducia all’andamento della curva epidemiologica dei contagi e dei ricoveri dei pazienti Covid perché ci sono tanti altri malati affetti da patologie differenti che in questo momento, ad esempio, hanno visto sospendere per forza maggiore le attività diagnosi o le operazioni chirurgiche differibili. Il sistema ospedaliero marchigiano, nel suo complesso anche se a fatica, ha risposto a questa emergenza sanitaria che però ha davvero rischiato di travolgere tutto e tutti. Il mio ringraziamento va soprattutto agli operatori in prima linea che non si sono risparmiati».

(servizio aggiornato alle ore 15.35)

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