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Ripartenza dell’edilizia
con la riconversione dell’esistente

PROGETTI - Fillea Cgil Marche e Legambiente propongono alla Regione di redere ecosostenibili, entro 2025, 1000 condomini all'anno e sbloccare un miliardo di investimenti per le Marche

 

 

 

Covid-19, da Fillea Cgil Marche e da Legambiente partono le proposte alla Regione per la ripartenza delle costruzioni: entro 2025 riconvertire 1000 condomini dal punto di vista energetico e sbloccare un miliardo di investimenti per le Marche. «Da diversi anni – esordisce la nota dell’associazione sindacale e di quella ambinetalista – le costruzioni sono state un laboratorio, specialmente nelle Marche dove con la ricostruzione post-sisma si sono sperimentate innovazioni importanti (vedi durc di conguità, settimanale di cantiere e bedge elettronico) ma si sono anche registrati arretramenti consistenti (si pensi alle illegalità a vario titolo registrate nei cantieri del cratere che hanno riempito le cronache di questi anni). Dipenderà essenzialmente da noi, cosa saranno Marche e cratere dopo la pandemia». All’orizzonte vengono prospettati due scenari possibili e in qualche modo antitetici: provare a sperimentare lavoro, materiali, filiere di qualità nel rispetto dell’ambiente e dei diritti da un lato; elaborare una serie di norme, ordinanze, intrecciate e pasticciate, per far arrivare subito più soldi alle imprese e deregolamentare un mercato che è già estremamente delicato dall’altro.

«Governatore delle Marche, Prefetti e Commissario per la ricostruzione hanno davanti due possibilità. – rimarcano Fillea Cgil e Legambiente – Buono lo spirito dell’ultima ordinanza che prevede la possibilità di pagare aziende e professionisti anche per lavori non perfezionati causa Covid-19, grave il non aver previsto che con i soldi anticipati (dallo Stato) si paghino prima i dipendenti e magari si anticipi la cassa integrazione. Importante aver colto il problema delle imprese, andava specificatamente considerato anche quello salariale più generale (destinato ad esplodere nelle prossime settimane). Non è difficile immaginare che un’azienda medio piccola, in momento di grande incertezza, preferisca “fare riserve o mettere fieno in cascina” piuttosto che pagare dipendenti e oneri sociali non è un caso che alcune forze politiche già da ora stiano parlando di condono fiscale ed edilizio tombale, supercommissari e rivisitazione completa delle regole».

Fillea Cgil Marche e Legambiente ricordano che« la ultrattività del durc che nel settore rischia di riabilitare una serie di soggetti irregolari a prescindere da emergenza salariale. Noi crediamo che nel giro di poche settimane si tornerà al lavoro nei cantieri, ci batteremo per difendere le condizioni di sicurezza e di salute pubblica in tutti i luoghi di lavoro. Però pensiamo anche che il settore, per la sua reattività e indipendenza da variabile esogene, ripartirà prima degli altri ma con 3 problemi di fondo che, ciascuno per il proprio ruolo, dobbiamo contrastare: salute e sicurezza nei cantiere al di là e al netto del Covid (eventi luttuosi hanno colpito la nostra Regione); attenzione all’ambiente, alla qualità del costruito e dei materiali primi e secondi; evitare che la crisi di liquidità che avranno le aziende venga colmato da soggetti riconducibili a malavita organizzata».

La ricetta quindi per le Marche, secondo le due associazioni, deve essere, oltre ad una ricostruzione di qualità: entro il 2025 riconvertire 1.000 condomini all’anno dal punto di vista energetico. «Che significa in numeri: oltre 10mila posti di lavoro diretti, oltre 1 miliardo di investimenti diretti e indiretti, – prosegue la nota – 30 milioni di entrate per le casse previdenziali, un risparmio per le famiglie in bollette di circa 620 euro l’anno ad alloggio, un aumento dei valori immobiliari stimato tra un +5% e un +15%. E per l’ambiente, comporterebbe una riduzione delle emissioni di CO2 di e un taglio dei consumi di gas». Questo il piano di da Fillea Cgil e Legambiente «che cammina – chiude il comunicato- su due gambe forti: la sostenibilità e la qualità del lavoro e dell’impresa. E proprio per spingere sulla qualità proponiamo che tutti gli incentivi fiscali vengano confermati, ampliati, ma anche subordinati alla dimostrazione di utilizzo di lavoro regolare e del corretto Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (e relativi versamenti ad Inps, Inail e Casse Edili). Ai decisori politici è richiesto di tamponare l’emergenza, ma anche avere una “visione”, partendo da qui possiamo andare lontani».

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