«Il presidente Ceriscioli si spenda con il governo nazionale per autorizzare le aziende del settore della ristorazione al take away». E’ il contenuto della lettera inviata al governatore delle Marche dal segretario regionale della Lega Paolo Arrigoni, insieme ai parlamentari marchigiani Giorgia Latini, Giuliano Pazzaglini, Luca Paolini e Tullio Patassini e i consiglieri regionali Sandro Zaffiri, Luigi Zura Puntaroni, Marzia Malaigia e Mirco Carloni.
«Quello della ristorazione è di certo tra i settori più colpiti dalle misure di contenimento dovute all’emergenza del Codiv-19: dall’inizio dell’anno queste imprese hanno già perso 12 miliardi di euro e, a fine anno, la perdita stimata sarà di circa 21 miliardi di euro. Sono a rischio 50mila imprese tra bar, ristoranti, catering, intrattenimento, stabilimenti balneari, con ricadute preoccupanti per l’occupazione che rischia di perdere 300mila lavoratori e lavoratrici. Per cercare di scongiurare questo scenario drammatico, la Lega raccoglie e condivide le richieste degli operatori e delle loro associazioni di categoria».
La Lega fa riferimento allo scenario estero. «Molti paesi europei come Francia, Germania, Danimarca, Regno Unito, Irlanda, Lituania, Malta, Svizzera, Turchia, Olanda e Finlandia permettono ai ristoranti, ai bar e ai pubblici esercizi, oltre alla consegna a domicilio, la vendita di piatti e prodotti pronti per l’asporto – continuano gli esponenti della Lega – una scelta che è assolutamente opportuno copiare perché non solo sarebbe positiva per il settore dal punto di vista economico, ma consentirebbe anche di offrire un’ulteriore alternativa ai cittadini, riducendo le code nei supermercati e nei negozi».
«Su questi aspetti la Regione Marche non può derogare al decreto nazionale – chiarisce la Lega – ma chiediamo al Presidente Ceriscioli di farsi subito interprete verso il governo per portare avanti questa proposta, indispensabile per generare opportunità di lavoro e permettere la loro sopravvivenza delle attività di ristorazione. Naturalmente l’attivazione del “take away” dovrà avvenire nel rispetto delle norme di sicurezza sanitaria e di distanziamento, esattamente come accade nella maggior parte dei paesi europei».
«Visti anche i ritardi dei provvedimenti attesi per sostenere il comparto, occorre fare tutto il possibile per non far morire la ristorazione italiana che rappresenta non solo un importante segmento della nostra economia nazionale e regionale, ma anche un motivo di vanto per l’intero Paese», concludono.
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