«Prima della fine di questa settimana confido di comunicarvi questo piano e di illustrarvi i dettagli di questo articolato programma». Questa volta il premier Giuseppe Conte ha scelto di comunicare sui social con un lungo post, in merito a quella che sarà la fase 2 della gestione dell’emergenza coronavirus. «Una previsione ragionevole è che lo applicheremo a partire dal prossimo 4 maggio – ha aggiunto il presidente del Consiglio nel suo post – Riaprire ora sarebbe irresponsabile. Molti cittadini sono stanchi e vorrebbero un significativo allentamento delle misure o, addirittura, la loro totale abolizione. Vi sono poi le esigenze delle imprese e delle attività commerciali di ripartire al più presto. Mi piacerebbe poter dire: riapriamo tutto. Subito. Ripartiamo domattina. Ma sarebbe irresponsabile. Farebbe risalire la curva del contagio in modo incontrollato e vanificherebbe tutti gli sforzi che abbiamo fatto sin qui. Tutti insieme». Conte ha quindi bloccato anche la fuga in avanti di alcune regioni, specie del Nord, che vorrebbero riaprire anticipatamente. «Il governo prenderà decisioni sulla fase 2 nell’esclusivo interesse di tutto il Paese – ha aggiunto – Nell’interesse dei cittadini del Nord, del Centro, del Sud e delle Isole. Non permetterò mai che si creino divisioni. Dobbiamo marciare uniti e mantenere alto lo spirito di comunità. È questa la nostra forza». Sebbene riconosca che bisogna «tener conto delle peculiarità territoriali. Perché le caratteristiche e le modalità del trasporto in Basilicata non solo le stesse che in Lombardia. In questa fase – ha sottolineato – non possiamo permetterci di agire affidandoci all’improvvisazione. Non possiamo abbandonare la linea della massima cautela, anche nella prospettiva della ripartenza. Non possiamo affidarci a decisioni estemporanee pur di assecondare una parte dell’opinione pubblica o di soddisfare le richieste di alcune categorie produttive, di singole aziende o di specifiche Regioni. L’allentamento delle misure deve avvenire sulla base di un piano ben strutturato e articolato. Dobbiamo riaprire sulla base di un programma che prenda in considerazione tutti i dettagli e incroci tutti i dati. Un programma serio, scientifico. Non possiamo permetterci di tralasciare nessun particolare, perché l’allentamento porta con sé il rischio concreto di un deciso innalzamento della curva dei contagi e dobbiamo essere preparati a contenere questa risalita ai minimi livelli, in modo che il rischio del contagio risulti tollerabile soprattutto in considerazione della recettività delle nostre strutture ospedaliere». Proprio ieri tra l’altro c’è una guerra di numeri tra Regione Marche e Osservatorio sulla salute delle regioni coordinato da Walter Ricciardi. Secondo quest’ultimo le Marche non arriveranno al contagio zero prima della fine di giugno, per Ceriscioli invece ci arriveremo un mese prima (leggi l’articolo).
«È per questo che abbiamo gruppi di esperti che stanno lavorando al nostro fianco giorno e notte – prosegue Conte -. C’è Angelo Borrelli che sin dalla prima ora ci aiuta, per tutta la parte operativa, con le donne e gli uomini della Protezione civile. C’è Domenico Arcuri che sta mettendo le sue competenze manageriali al servizio dell’approvvigionamento dei dispositivi di protezione individuale e delle apparecchiature medicali di cui le Regioni erano fortemente carenti (pensate: ad oggi abbiamo fornito alle Regioni 110 milioni di mascherine e circa 3 mila ventilatori per le terapie). C’è il prof Silvio Brusaferro che insieme agli altri scienziati ed esperti sanitari del Comitato tecnico-scientifico ci forniscono un’analisi scientifica della curva epidemiologica e ci suggeriscono le misure di contenimento del contagio e di mitigazione del rischio. Più di recente si è aggiunto Vittorio Colao che insieme a tanti altri esperti sta offrendo un contributo determinante per la stesura di un piano per una graduale e sostenibile riapertura, che tenga conto di tutti i molteplici aspetti, operativi e scientifici». Infine Conte ha concluso con un appello agli italiani: «Smettiamola di essere severi con il nostro Paese. Tutto il mondo è in difficoltà. Possiamo essere fieri di come stiamo affrontando questa durissima prova».
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