«Le misure governative messe in campo ad oggi tramite i decreti “Cura Italia” e “Liquidità” si sono rivelati insufficienti a rispondere alle più stringenti necessità di artigiani e piccole imprese, che pagano due volte tale inefficacia poiché anche le risorse stanziate faticano ad immettersi nelle loro disponibilità a causa di procedure e burocrazia macchinose, che per questi operatori rischia di voler dire la morte per asfissia economica». Sono le parole di Italia Viva Marche, che leva la sua voce in favore di quella che considera una parte fondamentale del sistema produttivo italiano. I renziani dunque chiedono, innanzitutto la riapertura per artigiani e professionisti che esercitano in spazi e modi strutturalmente sicuri. «L’Italia è piena di artigiani, piccole botteghe e professionisti – spiegano – che spesso lavorano in forma singola o in numeri esigui di persone, magari anche in prossimità delle proprie abitazioni (classico esempio del ceramista o del restauratore con la bottega sotto casa, o comunque di liberi professionisti ed artigiani che non utilizzano macchinari pericolosi, per i quali quindi, oltre a non sussistere problemi legati al contagio da Covid-19, non c’è il rischio di alimentare l’eventuale affaticamento del sistema sanitario a causa di incidenti). Non esiste alcuna ragione per continuare ad impedire a questi operatori economici, che rappresentano una parte indispensabile del tessuto produttivo italiano, di tornare a fare il proprio lavoro in tutta sicurezza». E poi indennizzi a fondo perduto per coprire le perdite di marzo, aprile e maggio. «Al netto degli interventi governativi volti ad alleviare il peso della fase di lockdown -aggiunge Italia Viva – alcuni costi di gestione che riguardano queste categorie hanno continuato a gravare sulle casse di artigiani e piccole imprese; le caratteristiche proprie di tali soggetti economici fanno sì che questo rischi di impedire la ripresa anche dopo il termine del lockdown. E’ indispensabile che il governo sostenga senza condizionalità i nostri professionisti, garantendo loro la possibilità di ripartire davvero». Inoltre i renziani raccomandano «di misurare i prossimi interventi legislativi entrando nel dettaglio delle caratteristiche proprie delle attività economiche». Un esempio su tutti: i parrucchieri. «Mentre chiediamo, ad esempio, ai parrucchieri di restare chiusi – continua Italia Viva – si moltiplicano le segnalazioni di esercizio abusivo di tale attività in abitazioni private, ad ennesima dimostrazione che dove lo Stato non fa la sua parte sono sempre pronte a sostituirlo le irregolarità. Le associazioni di categoria si sono già mosse avanzando proposte concrete dalla prospettiva di chi esercita tutti i giorni la professione, gli si dia ascolto. Ci confronteremo con i nostri rappresentanti in Parlamento – conclude il partito – affinché il Governo possa accogliere le nostre richieste e raccomandazioni con la massima urgenza per scongiurare una tragedia annunciata».
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