di Martina Marinangeli
«Questa operazione non comporterà alcun problema di sicurezza sul piano sanitario per la città di Ancona». Non gira intorno alla questione la sindaca Valeria Mancinelli, che questa mattina è intervenuta in diretta su Ètv Marche per fare il punto sull’arrivo della Costa Magica – martedì alla banchina 19 del porto dorico – con a bordo 617 membri dell’equipaggio, di cui un centinaio con sintomi da Covid. «Nessuna delle persone a bordo – tutti lavoratori dipendenti della Costa Crociere, non scappati di casa – scenderà dalla nave fino a quando non saranno stati fatti tutti i controlli: per essere chiari, i tre tamponi a distanza di tempo, che certificano nel modo più assoluto che una persona non è malata né più contagiosa. Ed anche quando le persone sane potranno scendere, non lo faranno alla spicciolata, ognuno per conto suo, facendosi venire a prendere dal cognato – ironizza la prima cittadina –. Costa Crociere (come sta già facendo per le altre 11 navi come questa che sono ormeggiate in altrettanti porti italiani) li preleva a bordo nave e li fa salire su un pulmino dedicato solo a loro che li porta al loro domicilio o, se devono prendere l’aereo, verso i voli charter dedicati. Tutto è a cura ed a spese da Costa Crociera. Quindi, ammesso che lo volessero, non avranno modo di ‘sparnicciarsi’ per la città». Mancinelli fa sapere anche che, per il periodo in cui dovranno restare a bordo della nave, ci sarà una sorveglianza h24 da parte della capitaneria di porto, delle forze di polizia e della videosorveglianza attiva tutto il giorno su quella banchina. Prende poi di punta la polemica, circolata sui social, per la quale sarebbe solo Ancona ad ospitare una nave di questo tipo: «sono rientrate in Italia, cioè nel Paese di origine, altre 11 navi della Costa, quelle che stavano facendo crociere in giro per il mondo. Sulla base di un piano nazionale, sono state collocate facendo riferimento all’insieme dei porti Italiani. Per la precisione – fa l’elenco la sindaca –: una a Savona, tre a Genova, una a La Spezia, una a Piombino, due a Civitavecchia, una a Taranto, due a Brindisi ed una ad Ancona. Siamo i 12esimi, non c’è una congiura nei confronti di Ancona. Nessuno scalo italiano ha rifiutato l’ingresso in porto, tant’è che la nave ieri stava ancora a largo delle Canarie. La difficoltà ad approdare ed a sbarcare l’equipaggio è stata incontrata nei porti esteri, in questo caso nei Caraibi».
A bordo non ci sarebbero persone in condizioni sanitarie critiche tali da dover richiedere ricovero ospedaliero o, peggio, in rianimazione. «Chi ha sintomi, li ha lievi, e comunque tutti resteranno blindati dentro la nave fino a quando non saranno superati i tre tamponi». A chi, in questi giorni, si è chiesto perché Ancona non abbia risposto picche alla richiesta di sbarco, Mancinelli risponde che, «tecnicamente il Comune – anche se l’avesse voluto, e non l’ha voluto – non poteva impedire l’approdo. Il potere giuridico per autorizzare l’ingresso al porto la danno Autorità Portuale e Capitaneria di porto. Se però le amministrazioni comunale e regionale avessero ritenuto che questa operazione avrebbe potuto comportare rischi per popolazione di Ancona, avrei fatto un casino per impedirlo. Ci sarebbe potuta essere una reazione di carattere politico-amministrativo. Ma non ci sono ragioni per farlo e, quindi, anche se avessi avuto potere giuridico per impedire l’approdo, non l’avrei fatto». Nel colloquio telefonico avuto con la ministra delle Infrastrutture, Paola De Micheli, per la gestione della Costa Magica, è spuntato anche un accenno all’annosa questione dell’Uscita Nord: «siamo persone serie e non facciamo ricatti, ma la disponibilità e la cooperazione data in questa situazione accresce la nostra credibilità ed autorevolezza – e ci dà in qualche modo anche un credito morale – per tornare a chiedere al sistema-Paese quello di cui il porto di Ancona e la città hanno bisogno, cioè l’uscita Nord. In coda alla telefonata con la Ministra, ho ricordato gli impegni presi in questo senso», chiosa Mancinelli. Nel suo intervento, traccia anche alcune linee sulla ripartenza, affermando che «la volontà è riaprire il prima possibile i parchi pubblici, però lo si potrà fare dovendo comunque avere una serie di cautele nella fase 2. Stiamo ragionando di organizzare attività di palestra o light all’aperto, attraverso associazioni di volontariato, società ed associazioni sportive, gestori di palestre, in modo che ci sia una fruizione a gruppi, regolata e controllata da chi organizza l’attività. Ci stiamo lavorando: non scatterà il 5 maggio, probabilmente qualche giorno dopo e gradualmente. Stesso discorso vale per il mare: bisogna trovare modalità organizzate, magari di concerto con gli stabilimenti balneari. Tutto questo, avendo chiaro cosa consentirà o meno il decreto nazionale. Non vedo l’ora anche io – conclude la sindaca –: andrò a fare un giro, a debita distanza, nella zona della nave da crociera, per sentire il profumo di mare e di nafta del porto».
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