«Il Comune di Osimo dovrà prima occuparsi di trovare spazi adeguati che garantiscano l’isolamento per i malati di Covid che non possono rimanere a casa, di organizzare servizi alle famiglie che dovranno riprendere a lavorare e non sanno dove lasciare i figli, di posticipare il pagamento delle tasse, di prevedere sgravi fiscali per le aziende osimane che non hanno potuto fare produzione». Sono queste le richieste del coordinatore osimano di Fratelli d’Italia Maria Grazia Mariani per il sindaco Simone Pugnaloni. «Mentre per la stragrande maggioranza il 4 maggio cambierà poco o niente – afferma Mariani – il Comune di Osimo, riprende a pieno regime. Noncurante del fatto che i negozi, i bar, i ristoranti, terranno ancora le saracinesche abbassate, che tantissimi osimani sono in cassa integrazione che l’INPS deve ancora pagare, che molte partite IVA non hanno ancora ricevuto i 600 euro, che le aziende riprenderanno (forse non tutte) con grandi difficoltà, il sindaco di Osimo decide che dal 4 maggio i parcheggi blu ritorneranno a pagamento. Iniziativa non giustificata che non fa che peggiorare la precaria situazione economica. Chiediamo quindi una proroga della sospensione del pagamento dei parcheggi blu, fino a quando sarà possibile la circolazione delle persone liberamente, fino, cioè, al termine dell’emergenza sanitaria. In questo momento i bilanci pubblici non sono certo una priorità: non si può pensare solo a fare cassa». Inoltre, Fratelli d’Italia pone l’attenzione sulla necessità di ottenere spazi adeguati per le persone positive al Covid e in isolamento domiciliare. E’ il caso di una donna osimana positiva dall’11 marzo. «Oggi, dopo tre tamponi – riporta Mariani – risulta ancora positiva al Covid 19 ed è costretta a trascorrere la sua convalescenza nel piccolo appartamento che condivide con il marito ed il figlio. Una storia che sa dell’incredibile: non si può costringere delle persone a vivere nello stesso appartamento di un malato Covid. Perchè così è inevitabile il contagio di tutti. Al marito ed al figlio non hanno fatto il tampone. Stanno bene ma non sanno se sono comunque positivi asintomatici». La donna «da quel 11 marzo trascorre tutte le sue giornate chiusa in una stanza di 12 metri quadrati. Il marito ed il figlio, che evitano contatti con la signora, sono anche loro in quarantena, costretti a vivere nella stessa casa, seppure in stanze separate, senza sapere per quanto tempo ancora». L’appello al governatore Ceriscioli e al sindaco di Osimo: «È necessario trovare spazi adeguati che garantiscano l’isolamento per i malati di Covid che non possono rimanere a casa. Ad Osimo abbiamo il Condominio solidale di Santa Palazia, l’alloggio Asso di cuori, Ma ci sono anche tanti bed and breakfast. Perchè il Comune non si attiva per dare un alloggio temporaneo ai malati Covid».
Tra i primi ad occuparsi del caso dell’osimana erano stati i consiglieri comunali delle Liste civiche che nel ricordare come tra i 100 residenti positivi al tampone ci fosse anche lei, avevano chiesto al Comune di fare una convenzione con gli alberghi di Osimo dove far alloggiare le persone affette da Covid-19 o in isolamento.« Serve per sgravare le famiglie sia di assistenza, sia del rischio di contagio che si annida con frequenza nella coabitazione forzata. E’ un costo accettabile per la comunità e un grande servizio per coloro che stanno soffrendo da tanti giorni l’isolamento e l’ansia di non sapere più cosa fare per salvare dal contagio i propri cari. – scriveva in una nota stampa la consigliera comunale Gilberta Giacchetti, che è anche medico degli Ospedali Riuniti di Ancona – Stiamo vivendo con grande responsabilità il distanziamento sociale per ridurre i contatti da coronavirus, che ha portato negli ultimi 10 giorni a minori nuovi casi giornalieri in tutta la Regione Marche (20-30 casi al giorno rispetto a 130-140 nuovi casi al giorno la prima settimana di aprile, come comunicato dal Gores); i nuovi casi sono principalmente nella provincia di Pesaro Urbino, ai quali anche Osimo sta contribuendo. L’ isolamento per tutti coloro che hanno contratto la malattia e che debbono rimanere a casa, separati per tanti giorni (anche più di un mese) dal resto della famiglia, è estremamente difficile. Chi è malato oltre a vivere la paura per l’evolversi della malattia, la paura della solitudine, vive molto spesso il forte disagio di non avere nella propria abitazione spazio per sé e per i suoi familiari. I contagi familiari pertanto sono molto frequenti; se i contagi aumentano significa che qualcosa non sta funzionando al meglio».
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