La celebrazione delle esequie può avvenire anche in chiesa ma rispettando tutte le regole del distanziamento sociale e dell’igiene pubblica. Lo precisa l’arcivescovo di Ancona-.Osimo, mons. Angelo Spina. «A seguito del Dpcm riguardante la Fase 2 del Covid-19 che prevede la celebrazione dei funerali con quindici persone, per avere una linea unitaria in diocesi, comunico che le celebrazioni esequiali possono essere tenute. – spiega in una nota l’arcivescovo metropolitia di Ancona – E’ stata superata anche la problematica di dotarsi di strumenti (termo-scanner e/o termometri digitali a infrarossi) per la rilevazione della temperatura corporea prima della partecipazione alla celebrazione delle esequie. I parroci informino le persone che presentano una temperatura corporea oltre i 37,5°C, di rimanere a casa, di non accedere alla chiesa e di non partecipare alle celebrazioni esequiali in presenza di sintomi di influenza o quando vi sia stato contatto con persone positive a SarsCov-2 nei giorni precedenti. Le esequie possono essere celebrate con la S. Messa o senza la S. Messa, facendo mantenere ai partecipanti le dovute distanze e con la mascherina. Il sacerdote indossi la mascherina, avendo cura di coprirsi adeguatamente naso e bocca e mantenga a sua volta una adeguata distanza di sicurezza».
La distribuzione dell’Eucaristia dovrà avvenire dopo che il celebrante abbia curato l’igiene delle proprie mani;«lo stesso abbia cura di offrire l’ostia porgendola sulle mani dei fedeli evitandone lo spostamento e senza venire a contatto fisico con esse. -specifica mons. Spina – Il luogo preferibile è all’esterno e se in caso le condizioni atmosferiche o altro lo impedissero si può celebrare in chiesa rispettando tutte le normative. Per ovviare a eventuali inconvenienti organizzativi da parte della parrocchia i funerali possono essere celebrati anche nella chiesa del cimitero o negli spazi del cimitero». L’arcivescovo della Diocesi di Ancona-Osimo si riporta anche a un comunicato dalla Cei che cita testualmente:«La forma liturgica della celebrazione rientra nella competenza dell’autorità ecclesiastica, secondo un prudente apprezzamento legato alle diverse situazioni nei vari territori, le tradizioni e le consuetudini locali». Tutto questo nel rispetto della« tutela della salute pubblica e l’esigenza di non vanificare gli importanti sforzi fin qui compiuti», per cui “«ancora nella situazione attuale richiede la limitazione di diversi diritti costituzionali, fra i quali anche l’esercizio della libertà di culto».
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati