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Gli strascichi del Covid:
ansia e attacchi di panico
«Contrastati con il supporto psicologico»

REPORT sul lavoro portato avanti da psicologhe e psicoterapeute coordinate dai Servizi sociali del Comune di Falconara. Alle specialiste si sono rivolte persone inghiottite dalla paura del virus e di ammalarsi

Cristiana Frattesi

 

di Giampaolo Milzi

Stati d‘ansia, anche gravi e prolungati, fino a sfociare in attacchi di panico. Tutte situazioni di disagio che integrano calo dell’umore e dell’autostima, abulia, sensazioni di paralisi a fronte di un futuro esistenziale incerto e precario, forte senso di isolamento, carenze affettive. Quasi sempre, come minimo comune denominatore, la paura della malattia. Ecco l’ondata di sofferenza che a Falconara Marittima hanno fronteggiato le quattro psicologhe e psicoterapeute volontarie a disposizione dell’opera di Supporto psicologico attivato a fine marzo dalle funzionarie dei Servizi sociali del Comune Daniela Sandroni e Fiammetta Fattorini e da altre due psicologhe che hanno potenziato da inizio aprile il Servizio Sollievo, proprio in periodo di emergenza Coronavirus, già garantito dalla Coos Marche anche in link col Comune. Diciassette le persone che hanno chiamato le specialiste del Comune, 13 tramite i numeri personali forniti dall’assessorato, 4 direttamente, per passaparola; 10 quelle rivoltesi alle dottoresse della Coos, per un totale di 27, in prevalenza donne.   Attacchi di panico, un’ansia estrema che può trasformarsi in patologia. E’ forse tra gli effetti collaterali più preoccupanti della pandemia da Coronavirus. A cominciare dalle donne supportate da Loredana Ragozzino. Quale il suo approccio? «Di grande ascolto, e poi, sempre per contenere l’ansia, ho spiegato alcuni esercizi di respirazione tramite il diaframma anche per prevenire gli attacchi di panico». Una delle due era assillata dalla grave situazione caratterizzante due parenti, entrambi ammalati per Coronavirus. «Con lei ci siamo sentite più volte, le ho fatto fare esercizi particolari, di rilassamento con visualizzazioni, e le ho consigliato di scrivere in un diario tutti i suoi pensieri e pulsioni negative per poi parlarne con me. Al posto dei farmaci, le ho suggerito rimedi naturali come la valeriana. Ora sta meglio». Migliorate anche le condizioni della donna, che vive da sola, con la quale ha colloquiato la psicologa Catia Santarelli. L’ansia, in questo caso, determinata soprattutto dalla paura di contrarre il virus in quanto lavoratrice a stretto contatto con il pubblico. «Ho capito il suo grande piacere di poter parlare a fondo della sua situazione con una persona esperta, soffriva anche di solitudine. L’ho aiutata a razionalizzare che le sue paure erano infondate, se osservava le note misure di cautela e sicurezza, e si è tranquillizzata».  virusPositivo anche il bilancio di Cristiana Frattesi, che ha seguito 8 casi, metà donne e metà uomini. Ansia, tristezza, timore di uscire di casa e quindi di restare contaminati, di un quanto mai aleatorio “domani” sinonimo di ritorno alla normalità, d’impossibilità di fare progetti, di non poter incontrare i propri cari, tra cui congiunti e/o fidanzati chissà per quanto tempo ancora. Di tutto ciò si è fatta carico la psicologa. I suoi consigli? «Rivolti ad individuare e riattivare le risorse interiori  per prevenire e superare il panico, risolvere il trauma. L’invito a non seguire in modo esagerato i telegiornali, in caso contrario aumenta l’ansia ma non l’informazione, e l’ansia può ridurre le difese immunitarie. Il sollecito a mantenere il più possibile la propria normale quotidianità, dedicandosi a cose piacevoli, come giocare a carte, cucinare, leggere, fare esercizio fisico magari tramite piattaforme web» per fare qualche esempio. Anche gli utenti che si sono rivolti alle psicologhe Roberta Sassi e Lina Balzani, tra cui un solo uomo, hanno manifestato disturbi d’ansia, in qualche caso impennatisi in attacchi di panico. Come in situazioni già descritte, erano spesso reduci da passate esperienze fronteggiate con l’assunzione di farmaci, esperienze destabilizzanti ripresentatesi a causa della pandemia, caratterizzate dal terrore di uscire di casa (in maggioranza vivono sa soli) e di contrarre il Covid-19. «Forte paura di affrontare il mondo là fuori, la vita vera –  spiega la dott.ssa Sassi -. Una persona mi ha chiamato una volta tornata nella sua abitazione dopo aver girato per vari ospedali per un mese e mezzo perché ammalatasi proprio per la pandemia. – racconta la Sassi. – Un’altra provava un forte senso di isolamento, le mancava soprattutto il contatto coi nipoti. Ho aiutato queste donne a riorganizzare al meglio la loro quotidianità, a riprendere i ritmi normali, dedicandosi alla lettura, alla visione di film, a lavori all’uncinetto, alla cura del giardino». «Io ho raccolto le lacrime di una signora con una figlia positiva al Covid in isolamento domiciliare, piangeva perché temeva che la figlia potesse morire.– riferisce la psicologa Lina Balzani -. La figlia non poteva vedere né il marito né i figli piccolini, i pasti le venivano lasciati sulla soglia di casa. Insieme abbiamo cercato di allontanare i pensieri negativi, l’ho spinta ad affrontare il presente con fiducia, come fanno i saggi, ed eventualmente di rivolgersi al medico di base o ad uno psichiatra. Poi la figlia è guarita e la madre è stata meglio. Inoltre mi sono fatta carico di un’altra donna molto spaventata per la paura che lei e il marito, cardiopatico. potessero essere contagiati da una vicina di casa positiva al Covid. Ora anche lei è molto più tranquilla».

Il Supporto psicologico dell’assessorato comunale ai Servizi sociali è attivo al n° telefonico 071/9177572-830 dal lunedì al venerdì in orario 9-13, il martedì e il giovedì anche dalle 15 alle 17. Il Servizio di sollievo psicologico della Coos Marche da lunedì al venerdì in orario 11-13.



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