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Oltre un milione al mese
per far funzionare 24 posti letto:
i costi del Covid center

SANITA' - Secondo l'Asur serviranno 3 milioni e 976mila euro per mantenere attivi due moduli di terapia intensiva e sub-intensiva per tre mesi. I responsabili della struttura alla fiera di Civitanova arrivano tutti dall'Area Vasta 3, che darà anche il maggior numero di professionisti: 27 tra medici e infermieri

 

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I letti installati al Covid center

 

di Monia Orazi

Costerà più di un milione di euro al mese mantenere una ventina di posti letto al Covid center di Civitanova. Con la stragrande maggioranza dei costi che sarà a carico del bilancio della Regione. E’ quanto si evince dalla delibera di giunta regionale datata 11 maggio, con cui sono state stanziate le risorse necessarie al funzionamento di quella che Guido Bertolaso ha definito “un’astronave”.

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Uno dei macchinari installati

Una struttura da 84 posti letto tra terapia intensiva e sub intensiva tirata su grazie alle donazioni dei privati per fronteggiare l’emergenza coronavirus. E così mentre 232 medici anestesisti rianimatori delle Marche minacciano la mobilitazione per non essere “precettati” (leggi l’articolo),  l’Asur fa sapere che serviranno 3 milioni e 976mila euro, un milione e 325mila euro al mese, per far funzionare solo due moduli di terapia intensiva e sub-intensiva, per un totale di 24 posti letto. Del totale, un milione e 138mila euro sono coperti dai fondi per l’emergenza Covid 19, mentre 2 milioni e 838mila euro verranno da variazioni al bilancio regionale. I costi sono rigorosamente elencati dall’Asur. Quelli fissi di 103mila euro per ogni mese riguardano 13mila euro per le pulizie, 6mila per la disinfestazione, 13mila euro per la vigilanza, 19mila euro per le utenze, poco più di duemila euro per la gestione dei rifiuti, trasporto materiali e farmaci 5mila euro, servizio radiologia 43mila euro. Per attivare i 24 posti letto il costo è di un milione e 222mila euro al mese con 379mila euro di spesa per il personale, 556mila euro per beni sanitari, 216mila euro per il laboratorio analisi, 42mila euro per beni non sanitari ed altri 27mila euro mensili per non meglio specificati servizi di funzionamento. Il 15 maggio la giunta regionale guidata da Luca Ceriscioli ha anche approvato il protocollo di intesa con il Cisom (Corpo italiano di soccorso dell’Ordine di Malta), per attività di protezione civile, che era scaduto nel 2018. Il primo era stato firmato nel 2015, con il Cisom la Regione potrà sviluppare apposite convenzioni per finanziare attività di protezione civile o soccorso sanitario, o concedere materiale in comodato d’uso materiali, sempre per gli stessi motivi.

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Nadia Storti

Risale al 15 maggio, invece, la lettera inviata dal direttore generale Asur Nadia Storti ai cinque direttori di Area Vasta ed ai sindacati, con cui si stabilisce il personale distaccato dalle Aaree vaste che andrà a coprire i turni al Covid center di Civitanova. I responsabili della struttura di Civitanova sono tutti provenienti dall’Area vasta 3 di Macerata: il primario di rianimazione di Civitanova Daniela Corsi è la responsabile dei moduli di terapia intensiva, la primaria di pneumolgia Francesca Marchesani è responsabile dei moduli semi intensivi, il dottor Giorgio Caraffa primario di ortopedia è responsabile del settore riabilitazione, il direttore medico dei tre ospedali di Macerata, Camerino e Civitanova Giorgia Scaloni è responsabile organizzativo. Completano il quadro Massimo Palazzo responsabile del rischio clinico, Mara Buccolini per le professioni infermieristiche, Massimo Mazzieri per quelle tecniche, Giovanna Diotallevi per le riabilitative.  Ed è proprio l’Area vasta 3 diretta da Alessandro Maccioni a fornire la quota più alta: 27 tra medici e personale sanitario. Dall’Area vasta 1 di Pesaro verranno dieci unità, altre 22 dall’Area vasta 2 di Ancona, diciassette unità di personale verranno dall’Area vasta 4 di Fermo, venti le unità di personale distaccate dall’Area vasta 5 di Ascoli Piceno. «La scelta delle unità da inviare – scrive Storti – è rimessa alla singola Area vasta, privilegiando per quanto possibile le candidature volontarie e comunque nel rispetto delle prerogative contrattuali. Possono anche essere adottati criteri di rotazione ed alternanza per periodi minimi di un mese». Il personale che lavorerà a Civitanova resta assegnato all’area vasta di appartenenza, viene distaccato tramite la missione di servizio, gli vengono riconosciuti l’indennità, lo straordinario ed il costo della trasferta. Ogni area vasta dovrà mettere a disposizione «per la data di avvio di operatività della struttura che sarà comunicata, a strettissimo termine, il seguente personale».

 

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